L'Istat: un giovane su tre è senza lavoro
È sempre più allarme disoccupazione in Italia. Sono i giovani e le donne i più penalizzati dalla crisi economica che ha colpito duramente il mercato del lavoro. Un giovane su tre, di età compresa tra i 15 e i 24 anni, non ha un'occupazione. E si tratta solo di coloro che cercano attivamente un posto. La situazione, poi, si fa ancora più grave per le giovani del Mezzogiorno: quasi quattro su dieci sono disoccupate. È preoccupante la nuova fotografia scattata dall'Istat sull'occupazione a novembre (stime provvisorie) e nel terzo trimestre dell'anno scorso. Compatti Cgil, Cisl e Uil che, a pochi giorni dal varo delle misure sul mercato del lavoro, chiedono al governo un serio piano per i giovani e per le nuove assunzioni. Il tasso di disoccupazione dei ragazzi tra i 15 e i 24 anni è balzato, a novembre 2011, al 30,1% mettendo a segno un record decisamente negativo perché era dal gennaio del 2004, anno in cui sono iniziate le serie storiche mensili, che non si registrava un dato così alto. Al Sud il tasso di disoccupazione delle ragazze, nel terzo trimestre dell'anno scorso, è addirittura al 39%. Il quadro complessivo, comunque, è negativo per tutti: a novembre l'esercito dei senza lavoro conta oltre 2 milioni di persone, il tasso di disoccupazione sale all'8,6% toccando i valori massimi dal maggio del 2010, quello di inattività è del 37,8% e sono 670mila gli occupati in meno rispetto ad aprile 2008, l'inizio della crisi. Ma a destare preoccupazione è soprattutto il numero di donne disoccupate che è cresciuto vertiginosamente aumentando, a novembre, del 6% rispetto ad ottobre e del 5,2% su base annua. Prendendo in considerazione i dati del terzo trimestre del 2011, invece, quello che salta agli occhi è la permanenza nel mondo del lavoro degli over 55 e la contestuale uscita di coloro che hanno meno di 34 anni. Complici i recenti interventi sul fronte delle pensioni, compreso il cosiddetto effetto finestre, i padri restano sempre più a lavoro e i figli escono dal mercato. Dai dati Istat emerge, infatti, che la mancata uscita degli occupati più adulti (+168mila unità nella classe con almeno 55 anni), soprattutto di quelli con contratto a tempo indeterminato, ha più che compensato il calo su base annua di quelli più giovani (-157mila unità nella classe fino a 34 anni). Ma a colpire è anche il fatto che torna a salire la disoccupazione di lunga durata. Il tasso di disoccupazione di coloro che cercano lavoro da almeno 12 mesi, infine, raggiunge il 52,6%: si tratta del livello più elevato dal terzo trimestre del 1993 (anno d'inizio delle serie storiche ricostruite).