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Fiat sempre più a stelle e strisce

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Il presidente americano Barack Obama (S) con l'amministratore delegato di Fiat e Chrysler Sergio Marchionne

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La Fiat parla sempre più americano. Mentre il mercato europeo e italiano continua il trend dei risultati negativi, negli Stati Uniti, grazie anche alla Chrysler, il Gruppo del Lingotto mette a segno numeri incoraggianti. Si tratta di cifre che dimostrano quanto sia stata indovinata la strategia dell'ad Sergio Marchionne, di legarsi alla casa di Detroit e quanto sia recettivo il mercato americano. A dicembre il marchio Fiat negli Stati Uniti ha registrato un miglioramento del 44% rispetto al mese di novembre. Per la Chrysler le vendite nel 2011 sono salite del 26%, pari a 1,37 milioni di unità, segnando il più elevato incremento mai registrato tra i costruttori full-liner. A dicembre le vendite della casa di Detroit sono salite del 37%. È il ventunesimo mese consecutivo di aumenti delle vendite e il settimo mese consecutivo di incrementi di almeno il 20%. La quota di mercato della Chrysler negli Usa è salita dell'1,3% nel 2011 che è il maggiore aumento percentuale annuo mai registrato da una casa automobilistica. Reid Bigland, presidente e amministratore delegato del marchio Dodge e responsabile commerciale per gli Stati Uniti, ha sottolineato che nel 2011 «è stato raggiunto il livello più alto degli ultimi quattro anni. Nel 2011 abbiamo aumentato la nostra quota di mercato di 1,3 punti percentuali diventando il produttore di auto con il maggior tasso di crescita degli Stati Uniti». Risultati brillanti anche in Canada dove Cryslsre mette a segno il venticinquesimo mese consecutivo di crescita e dove a fare da traino è soprattutto la Fiat 500. Soddisfatto Marchionne che ha inviato ai lavoratori di Detroit una email di ringraziamento. «Siete gli autori di una rimarchevole storia nel 2011 e non vedo l'ora di continuare il nostro viaggio e scrivere un eccitante nuovo capitolo nel 2012». Marchionne ha ricordato che solo due anni fa molti giornalisti preannunciavano una sicura disfatta per la Chrysler «sottostimando l'energia, la capacità e la padronanza che durante la crisi hanno sostenuto la gente della Chrysler». Ma a ridimensionare i toni trionfalistici del manager c'è un sondaggio condotto da Bloomberg su 10 analisti. Per costoro ci potrebbe volere più tempo del previsto perchè Fiat centri l'obiettivo di vendite di 6 milioni di unità finora previsto nel 2014.

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