Borse: Piazza Affari maglia nera
Seduta difficile per le borse europee ancora una volta sotto pressione per i timori sul debito del Vecchio Continente e per le preoccupazioni, rinfocolate dall'aumento di capitale di Unicredit, di nuove difficili ricapitalizzazioni per le banche. Maglia nera del vecchio Continente è Milano (-3,26%) che precede Madrid (-2,06%) e Parigi (-1,20%) mentre le altre Piazze finanziarie contengono i ribassi entro il punto percentuale. La Francia ha collocato oggi 7,9 miliardi di euro di titoli di Stato con scadenze tra i 10 e i 30 anni, con un rendimento in leggera salita per i decennali e una domanda in calo sulla medesima scadenza. Preoccupa gli investitori la situazione dell'Ungheria, dopo il rinvio dei colloqui per gli aiuti dell'Fmi e della Ue, che non è riuscita a piazzare tutti i 45 miliardi di titoli a un anno programmati, vendendone solo 35 miliardi (pari a circa 140 miliardi di dollari) con un rendimento salito al 9,96% dal 7,91% della precedente asta. Così gli spread di tutti i Paesi europei allargano rispetto al bund tedesco e superano, per quanto riguarda l'Italia, i 520 punti base. Affondano le banche con gli investitori preoccupati per lo sconto record deciso da Unicredit per invogliare gli investitori a sottoscriverne l'aumento da 7,5 miliardi. Il titolo di Piazza Cordusio cede il 10,7%, ma tutti i bancari di Piazza Affari subiscono cali attorno ai 5 punti percentuali, ben al di sopra della media europea (l'indice Dj Stoxx di settore cede il 2,1%). Male, tra gli altri, Deutsche Bank (-4,5%) e Societè Generale (-4,6%). LA MATTINATA Si aggravano i ribassi della Borsa di Milano, che di nuovo accusa la performance più debole tra i mercati europei con il Ftse-Mib che si attesta al meno 1,36 per cento a mattina inoltrata, nuovamente zavorrato da pesanti cali generalizzati dei titoli bancari, mentre in parallelo riaumentano le tensioni sui titoli di Stato. Si teme che il Vecchio Continente sia già ricaduto in recessione dalla fine del 2010, e intanto sull'Italia segnali non incoraggianti sono giunti oggi dal mercato del lavoro: a novembre la disoccupazione è aumentata all'8,6 per cento, tornando ai massimi dalla scorsa primavera. I mercati sono in attesa di un'asta di bond in Francia, dopo i risultati non entusiasmanti ieri nel primo collocamento dell'anno da parte della Germania, e si trattava dei suoi Bund, ritenuti tra i titoli più solidi e richiesti. Sul primo trimestre i paesi dell'area euro devono complessivamente raccogliere circa 200 miliardi di euro sui mercati, in rifinanziamenti sui debiti pubblici, e il clima di perdurante allarmismo che si trascina da mesi si fa inevitabilmente sentire anche sull'Italia, assieme alla Spagna tra i paesi maggiormente circondati da tensioni, che avrà le sue prime aste la settimana prossima. Le tensioni si riflettono con aumenti dei rendimenti richiesti, che sono in un rapporto inversamente proporzionale con il prezzo, stamattina sui Btp decennali sono saliti fino al 7,03 per cento, secondo Bloomberg, dal 6,94 per cento visto ieri in chiusura. In questo modo il differenziale, o "spread" di rendimento dei Btp rispetto ai Bund tedeschi è risalito fino a 5,12 punti percentuali, o 512 punti base. I rendimenti dei bond della Spagna sempre decennali sono saliti al 5,54 per cento e il loro spread sui bund a 362 punti base. Intanto l'euro torna a calare nettamente, ora fin sotto quota 1,29 dollari a 1,2876 a tarda mattina, mentre fuori dall'area euro ma sempre rimanendo in ambito Ue altre tensioni si stanno accumulando sull'Ungheria, e sulle riforme istituzionali e legislative con cui si sta mettendo in rotta di collissione con le autorità europee. Il fiorino ungherese continua a indebolirsi pesantemente sulle maggiori valute globali. Londra si attesta al meno 0,40 per cento, Parigi al meno 0,85 per cento, Francoforte meno 0,67 per cento.