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Scelta bipartisan di Obama per la Federal Reserve

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Sitratta di Jeremy Stein, 51enne professore di finanza alla Harvard University, e di Jerome Powell, 58 anni, un avvocato con lunga esperienza a Wall Street. Stein ha lavorato al Tesoro e alla Casa Bianca nei primi cinque mesi del governo Obama; Powell, che invece è di area repubblicana, è stato vicesegretario al Tesoro per la finanza interna durante l'amministrazione del presidente George Bush padre, all'inizio degli anni Novanta. Le nomine devono essere confermate dal Senato. Stein, dottorato di ricerca al prestigioso Massachusetts Institute of Technology, insegna a Harvard dal 2000. Ex presidente della American Finance Association, è autore di vari testi che hanno attinenza con le responsabilità della Fed, in particolare con la supervisione sul sistema finanziario. Tra le proposte che ha fatto l'economista c'è quella di imporre requisiti più stringenti alle banche in termini di capitale, e di richiedere che le loro obbligazioni siano convertibili in azioni nel caso di crisi. Powell invece ha un'esperienza diversa e riporterebbe nel board della Fed un nome vicino a Wall Street, che manca da aprile quando si dimise Kevin Warsh, ex di Morgan Stanley. Powell infatti ha lavorato alla banca d'affari Dillon Read e in varie società di private equity tra cui Carlyle Group, del quale Bush padre era stato advisor dopo aver lasciato la Casa Bianca. L'annuncio della doppia nomina di un candidato esplicitamente democratico e di uno altrettanto chiaramente repubblicano potrebbe consentire alla Casa Bianca di blindare la scelta contro possibili voti contrari al Senato. Nel 2010 infatti Obama aveva incontrato un ostacolo politico a una delle nomine che aveva proposto per la banca centrale: due erano passate (Janet Yellen e Sarah Bloom Raskin) mentre la terza, l'economista e premio Nobel Peter Diamond, era stata bloccata da un senatore repubblicano e ritirata. Il presidente Obama sta giocando bene le sue carte. E si conferma il trend positivo nei sondaggi di fine anno per Barack Obama che, dopo aver raggiunto il minimo storico di popolarità, ora è risalito ad un tasso di approvazione del 47 per cento.

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