Istat: Pil giù, Italia in recessione

Nel terzo trimestre il Pil, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è diminuito dello 0,2% rispetto ai tre mesi precedenti. Lo rileva l'Istat, sottolineando che nei confronti del terzo trimestre 2010 si registra un aumento dello 0,2%. Tutte le componenti della domanda interna sono risultate in diminuzione. Le importazioni si sono ridotte dell'1,1%. Le esportazioni sono cresciute dell'1,6%.  L'istituto di statistica riferisce che il terzo trimestre del 2011 ha avuto due giornate lavorative in più rispetto al trimestre precedente e una giornata lavorativa in meno del terzo trimestre 2010. La domanda nazionale al netto delle scorte, sottolinea l'Istat, ha sottratto 0,4 punti percentuali alla crescita congiunturale del Pil (-0,1 i consumi delle famiglie, -0,1 la spesa della P.A. e -0,2 gli investimenti). Anche la variazione delle scorte ha contribuito negativamente alla crescita del Pil (-0,5 punti percentuali), mentre il contributo della domanda estera netta è stato positivo per 0,8 punti percentuali. Aggiustamenti congiunturali negativi si rilevano inoltre per il valore aggiunto dell'agricoltura (-0,9%) e dell'industria (-0,1%). Il valore aggiunto dei servizi è rimasto stazionario. Nell'Eurozona +0,2 congiunturale, su anno +1,4% Roma, 21 dic. (TMNews) - Nel confronto con altri paesi, nel terzo trimestre il PIl è aumentato in termini congiunturali del'1,5% in Giappone, dello 0,5% negli Stati Uniti, in Germania e nel Regno Unito, e dello 0,4% in Francia. In termini tendenziali il Pil è aumentato del 2,6% in Germania, dell'1,6% in Francia, dell'1,5% negli Stati Uniti e dello 0,5% nel Regno Unito. In Giappone ha subito una flessione dello 0,2%. Nel complesso, nell'area dell'euro il Pil è aumentato in termini congiunturali dello 0,2%. Rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente la crescita è stata pari all'1,4%.