Dalla Bce 489 miliardi, indici in crescita
Piazza Affari annulla i guadagni e si porta in territorio negativo, con l'indice Ftse Mib che, al giro di boa di metà seduta, segna un ribasso dello 0,2%, mentre torna ad allargarsi lo spread tra Btp e Bund, che si avvicina alla soglia dei 500 punti. Dopo il balzo seguito alla notizia del maxi-rifinanziamento della Bce, il mercato si sta assestando e, secondo alcuni osservatori, il boom di richieste all'asta odierna può anche essere indicatore di uno stato di salute delle banche peggiore del previsto. Sono proprio i titoli bancari, che ieri avevano corso, a invertire rotta: Unicredit lascia sul terreno il 3,9%, peggior performance tra le blue chip, Mps perde il 2%, Mediobanca l'1,8%, Bpm l'1,7%. MAXIPRESTITO DALLA BCE La Banca centrale europea ha erogato 489,19 miliardi di euro nel suo primo rifinanziamento a scadenza super prolungata, 3 anni, a favore delle banche commerciali che operano nell'area euro. Si tratta della prima di queste nuove operazioni di durata insualmente prolungata, decise a inizio dicembre dall'istituzione di Francoforte su liquidità supplementari a condizioni agevolate a favore degli istituti di credito. L'ammontare comunicato ha oltrepassato le attese medie, che fino a ieri sera si aggiravano tra 250 e 300 miliardi di euro anche se i margini erano molto ampi tra gli analisti. Soprattutto queste manovre della Bce hanno riportato fiducia sui mercati in quanto si è creata l'attesa che almeno in parte le banche possano utilizzare questi fondi a bassi costi - i tassi sono prefissati all'1 per cento - per acquistare titoli di Stato dei paesi dell'area euro, lucrando sul differenziale dei rendimenti. La Bce ha puntualizzato di aver ricevuto richieste di rifinanziamenti da 523 banche. Successivamente alla pubblicazione dei dati le Borse hanno registrato accelerazioni sui precedenti rialzi, mentre l'euro è schizzato a 1,3172 dollari. A Milano l'indice Ftse Mib balza di oltre due punti percentuale, facendo segnare un +2,1%, trainato dai titoli bancari. In vetta Intesa Sanpaolo (+6%). LA MATTINATA Piazza Affari, in attesa della maxi-asta Bce per le banche, sale con decisione ed è il migliore fra i principali mercati europei, che beneficiano anche della chiusura positiva di Wall Street e delle piazze asiatiche. Il Ftse Mib sale dell'1,34% a 15.164 punti, mentre l'All Share è in progresso dell'1,28% a 15,871 punti. A sostenere i listini milanesi, il buon andamento dei titoli bancari, in deciso progresso, con lo spread fra bund e btp in discesa sotto i 450 punti. A guidare il comparto, Intesa Sanpaolo, che sale del 4,03%; su anche Unicredit (+2,57%) e il Banco popolare (+2,27%). Piatta la Bpm; bene anche risparmio gestito e assicurativi. Positiva l'energia: Tensaris sale dell'1,38% Saipem dell'1,04% ed Eni dello 0,91%. Più indietro Enel, che guadagna lo 0,33%. Nelle costruzioni arretra Impregilo (-1,09%), mentre è positiva Buzzi. Bene anche l'Industria: Fiat auto sale dell'1,56%, Finmeccanica dell'1,23% e Pirelli dello 0,61%. Scende, in controtendenza, Prysmian (-0,49%). Comprato il lusso (Tod's +0,86%); fuori dal paniere principale balza la Juventus (+10,27%) in attesa del match con l'Udinese. L'APERTURA DEI MERCATI IN APERTURA Prosegue la corsa al rialzo di Piazza Affari che apre quest mattina la seduta con il segno più così come si era chiusa ieri. L'indice Ftse Mib, alla prima rilevazione, segna un +1,06% a quota 15.123 punti, mentre l'Ftse Italia All Share guadagna lo 0,95% a 15.820 punti. In rialzo anche l'Ftse Star, che mette a segno un rimbalzo dello 0,34% a quota 9.298 punti. Anche le altre principali Borse europee aprono le contrattazioni con il segno più, sulla scia della piazza di Tokyo che questa mattina ha chiuso registrando una buona crescita con il Nikkei a +1,48%. Fra le piazze finanziarie, Parigi guadagna lo 0,92%, Londra registra un progresso dello 0,80% mentre Francoforte avanza dell'1,28%. Dopo l'apertura a 466 punti lo spread fra Bund e Btp fa registrare - in attesa dell'asta di liquidità della Bce - un calo verticale e si attesta al momento a 448 punti. Si tratta di un valore che porta il rendimento dei titoli a dieci anni al 6,46 per cento, mentre quelli a cinque anni sono scesi al 5,80.