Il re della vodka russa vuole bersi la Gancia
LaGancia, storica casa piemontese di spumanti, potrebbe infatti essere entrata nell'orbita della vodka. Secondo fonti russe, l'oligarca Rustan Tariko, che controlla numerose aziende del settore ed è proprietario della vodka Russki Standard, avrebbe acquisito quote dell'azienda italiana con cui era già in affari sul mercato polacco e dei Paesi baltici. «Indiscrezioni scorrette» è il commento da Canelli, sede dell'azienda, che al momento non dà conferme ufficiali. Annuncia però una conferenza per giovedì prossimo in sede dove l'ad Paolo Fontana presenterà e spiegherà «gli accordi a livello internazionale dell'azienda». Secondo il sito del quotidiano Vedomosti, il valore della transazione sarebbe di 150 milioni di euro, oltre il doppio dell'ultimo fatturato annuo della casa di Canelli che conta circa 100 dipendenti. Per il quotidiano Kommersant l'annuncio verrà dato entro fine settimana. Nessuno dei due giornali precisa se si tratta di un acquisto parziale o totale degli asset di una delle principali case vinicole italiane. Secondo fonti industriali, la famiglia, da sempre proprietaria dell'azienda, non ne verrebbe però esautorata; l'accordo punterebbe alla crescita internazionale di un marchio importante in una fase di mercato difficile. Attualmente i prodotti Gancia sono venduti in Russia dalla polacca Cedc, il cui più grande azionista recentemente è diventato Tariko con il 9% del pacchetto. Fondata nel 1850 da Carlo Gancia che fece suo il metodo di spumantizzazione imparato nelle cantine dello champagne a Reims, la F.lli Gancia è la società che ha creato il primo spumante Italiano, tra le più note aziende italiane di bollicine. Con 200 ettari di vigne, 5 milioni di chili di uve vinificate, Gancia produce ogni anno circa 25 milioni di bottiglie tra spumanti, vini e aperitivi. È presente in oltre 60 paesi, tra i suoi marchi più noti: Gancia Asti, Pinot di Pinot, Gancia Cuvèe Platinum, vermouth e altro. La Cia, confederazione degli agricoltori, si dice preoccupata: «Non lasciamoci scippare l'ennesimo marchio di qualità del made in Italy agroalimentare». La Coldiretti ricorda il boom dell'export spumante in Russia, con una crescita del 41% nel 2011 Mosca è al quarto posto tra i principali consumatori delle bollicine italiane.