Adr punta 12 miliardi su Fiumicino
.Uno sforzo finanziario quantificato in 12,1 miliardi di euro di investimenti (dei quali 2,5 nei primi 10 anni) in cambio dei quali, però, gli azionisti chiedono regole certe sugli aumenti tariffari, i cosiddetti diritti aeroportuali fermi dal 2001, che remunerano la società per i servizi erogati alle compagnie e ai passeggeri. Ieri Adr ha presentato a Fiumicino la strategia di sviluppo complessiva che dovrebbe creare 230 mila posti di lavoro, di cui almeno 30 mila nei prossimi 10 anni, nel 2044. La tempistica di presentazione non è stata lasciata al caso. Il piano di sviluppo 2012-2014 arriva un giorno prima delle consultazioni che l'Enac avvierà con il comitato utenti, compagnie aeree e handler aeroportuali proprio sulle tariffe. Una trattativa che secondo il presidente dell'Enac, Vito Riggio, parte in salita. L'Europa, infatti, ha fatto sapere il presidente Riggio, ha inviato il 24 novembre scorso all'Italia una lettera di diffida per le procedure seguite: nel nostro Paese ci sono una serie di passaggi governativi (Cipe, vaglio dei ministeri competenti, dpcm e Corte dei Conti) mentre secondo la direttiva Ue dovrebbe esserci un solo contratto tra Adr e utenti. «Penso che comunque un governo così europeista come quello di Monti si adeguerà alla direttiva», ha detto Riggio, aggiungendo: «A quanto mi risulta il ministero dei Trasporti sta già lavorando in questo senso». Il secondo nodo che ostacola la trattativa è quello degli arretrati richiesti dal gestore dello scalo. Adr vorrebbe, infatti, che venisse compreso una sorta di ristoro per il mancato adeguamento tariffario dal 2001. La società vorrebbe che gli oltre 400 milioni di investimenti fatti negli ultimi 10 anni venissero spalmati su tutto l'arco del piano. Sul ristoro, ha risposto Riggio, «occorrerà una decisione responsabile del Governo venditore e non dell'Enac». La disponibilità ad accelerare il piano di sviluppo da parte di Adr che condividerà l'investimento con Changi Airport (gestore dello scalo di Singapore) è totale. «Noi siamo pronti a partire: abbiamo idee chiare, un piano credibile e vogliamo un confronto con tutti e arrivare alla fine», ha detto il presidente Adr Fabrizio Palenzona, sottolineando però la necessità di «un quadro di regole certe e preventive». Palenzona ha quindi risposto alle critiche sull'impegno della società sottolineando che «i nostri azionisti vogliono talmente tanto investire che da 3-4 anni non prendono dividendi e lasciano tutte le risorse dentro l'aeroporto dal 2007 per non peggiorare la situazione». «Ma non aspettiamo il 2044, già dal 2014 ci saranno nuovi piazzali, nel 2016 un nuovo Molo», ha spiegato l'ad Lorenzo Lo Presti. Gli investimenti sono necessari perché nel prossimo decennio, l'hub dovrà fronteggiare criticità operative dovute a un'evoluzione del traffico aereo. Il traffico passeggeri dovrebbe raggiungere i 43 milioni ma la crescita sarà limitata dall'attuale capacità delle infrastrutture legate all'aeroporto. Per questo gli interventi programmati prevedono nel 2016 il completamento dell'area di imbarco F e dell'avancorpo del Terminal 3, nel 2019 la realizzazione della quarta pista e, negli anni 2020-2021, la realizzazione dell'area di imbarco A, l'avancorpo del Terminal 1 e il Terminal 4. Il piano prevede, inoltre, entro il 2020, anche un signicativo miglioramento dell'accessibilità all'aeroporto: tra questi, il collegamento ferroviario (prolungamento Fr5) per accedere da Nord e il completamento degli assi stradali per l'accesso allo scalo. Novità interesseranno anche Ciampino, oggi dedicato alle compagnie low cost, che verrà riqualificato con un investimento di 183 milioni e sarà trasformato entro il 2020 in un city airport. I voli low cost verranno spostati sullo scalo di Viterbo, che verrà aperto nel 2019 e per il quale sono stati previsti impegni finanziari per 236 milioni di euro.