Mediobanca in pressing su Fonsai Necessario l'aumento di capitale
Piazzetta Cuccia scrive all'ad del gruppo assicurativo Erbetta
L'istitutodi Piazzetta Cuccia ha chiesto ai vertici della compagnia assicurativa di varare un aumento di capitale fino a 600 milioni di euro per mettere in sicurezza il gruppo, dando al contempo la sua disponibilità a strutturare un'operazione che potrebbe sancire l'uscita della compagnia assicurativa dall'orbita della famiglia Ligresti. A spingere Mediobanca, esposta per quasi 1,1 miliardi di euro, a un passo formale così perentorio - la richiesta è contenuta in una lettera arrivata sul tavolo dell'amministratore delegato di Fonsai Emanuele Erbetta un paio di giorni fa - sono le preoccupazioni sullo stato di salute della compagnia, i cui ratio patrimoniali sono stati messi sotto pressione dalle continue perdite derivanti dalla gestione finanziaria (la compagnia è in rosso da due anni e mezzo) e dalla impossibilità, a causa delle condizioni dei mercati, di procedere alle cessioni tante volte annunciate. Piazzetta Cuccia non è sola nel chiedere a Fonsai di agire rapidamente. Anche all'interno di Unicredit, socio della compagnia e grande creditore dei Ligresti (soccorsi già in occasione dell'aumento di Fonsai della scorsa estate), è maturata la convinzione che un intervento strutturale sul capitale non sia più rinviabile. Una soluzione di questo tipo rassicurerebbe anche l'Isvap, che guarda con preoccupazione al deterioramento al margine di solvibilità della compagnia, cioè a quella parte del patrimonio che assicura la copertura degli assicurati. Il minimo regolamentare è del 100%, valore a cui Fonsai si è rapidamente riavvicinata dopo l'aumento da 800 milioni varato all'inizio dell'estate proprio per ripristinare un margine accettabile e già "bruciato" dalle perdite registrate in questi mesi. L'attuale livello del 111%, che beneficia dell'impatto del decreto anticrisi, è inferiore all'obiettivo del 120% che la compagnia si è data per fine anno. Standard & Poor's, abbassando il rating di Fonsai a "junk" lo scorso novembre, ha minacciato un triplice taglio in assenza di un miglioramento della base di capitale. La richiesta di Mediobanca, che dovrà a questo punto essere esaminata dal cda di lunedì di Fonsai chiamato a fare il punto della situazione, potrebbe avere effetti dirompenti sugli assetti di controllo del gruppo. Premafin, la holding con cui i Ligresti controllano Fonsai, a corto di liquidità e zavorrata dai debiti, non dispone delle risorse per sottoscrivere un aumento che sarebbe fortemente diluitivo (Fonsai capitalizza circa 400 milioni). Mediobanca, che si è offerta per strutturare la ricapitalizzazione, secondo indiscrezioni di stampa sarebbe alla ricerca di un nuovo socio da far entrare nella compagnia assicurativa (sono circolati i nomi di Axa e Munich Re, mentre Unipol non sarebbe interessata). Fino a ora una nuova ricapitalizzazione è stata vista come fumo negli occhi dai Ligresti, che hanno cercato di tamponare la caduta del margine di solvibilità con misure come l'affrancamento degli avviamenti e il ricorso al decreto anticrisi. L'ultima strada, quella di un veicolo in cui far confluire le partecipazioni strategiche del gruppo (tra cui la quota in Mediobanca) da aprire al Credit Suisse, che avrebbe il vantaggio di salvare per l'ennesima volta la presa dei Ligresti sul gruppo, non sembra aver convinto l'Isvap, e soprattutto non viene considerata risolutiva da Mediobanca e Unicredit. La mossa di Piazzetta Cuccia sembra segnare un punto di non ritorno nei rapporti, ultimamente già alquanto logori, tra Mediobanca e Salvatore Ligresti. Uniti ieri solo dalla caduta a Piazza Affari, dove Mediobanca ha perso il 10,4% e Fonsai il 9,6%.