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Contratto Fiat al traguardo

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L'accordo Fiat-sindacati sul nuovo contratto per i lavoratori nei siti produttivi in Italia si chiuderà con molta probabilità domani. Non senza un'ultima, prevedibilmente lunga, giornata di trattative. Ma se, come da copione il testo dovesse arrivare in porto in tempi rapidi, l'ad del Lingotto Sergio Marchionne, si confermerebbe persona fortunata. Mercoledì prossimo di fronte alla stampa nazionale e internazionale presenterà la nuova Panda, sulla quale Torino punta per il rilancio della gamma automobilistica, con in tasca le nuove regole già approvate dai sindacati, da applicare in tutti gli impianti d'Italia. Un altro piccolo segno dela buona stella che accompagna la rinascita. Intanto, sempre per parlare di buoni auspici per la casa di Torino, nella manovra anticrisi varata dal governo potrebbe essere inserita una norma per salvaguardare i lavoratori in mobilità: ad esserne interessati sarebbero anche gli ex dipendenti di Termini Imerese che altrimenti ricadrebbero nelle nuove condizioni poste dalla riforma delle pensioni. Il relatore del testo al vaglio del Parlamento ha, infatti auspicato che si possa togliere, «a parità di copertura», il tetto dei 50.000 lavoratori da salvare dalla riforma delle pensioni e di dare spazio anche agli accordi per la mobilità «siglati dopo il 31 ottobre», altrimenti alcune grandi realtà, come quella appunto di Termini Imerese, resterebbero fuori. Molti dei sindacati al tavolo del negoziato per i nuovi assetti contrattuali (Fim, Fismic, Uilm, Ugl, Associazione Quadri) avrebbero forse preferito chiudere già in questo fine settimana la trattativa ed evitare la coincidenza con lo sciopero indetto proprio domani da Cgil Cisl e Uil (che per la Fiom sarà di otto ore anziché di tre ore). Ma venerdì, quando più di uno tra i sindacalisti dava per imminente la firma, la trattativa si è incagliata su alcuni capitoli chiave: l'assenteismo e i premi di competività. E, dopo un confronto tecnico «sulle specificità dei singoli siti» che non sono comprese nel testo generale, il confronto è stato aggiornato a lunedì pomeriggio dopo l'ultima pausa di riflessione. In realtà confermano fonti vicine al dossier a Il Tempo si tratta solo di rifiniture su un intesa che è stata sostanzialmente approvata nella sua interezza. E non a caso c'è ottimismo tra le delegazioni sindacali che da giorni trattano all'Unione industriale di Torino con la parte aziendale guidata dal responsabile delle relazioni Industriali Paolo Rebaudengo. L'accordo riguarda 86 mila dipendenti in una sessantina di siti italiani e per molti lavoratori - in particolar modo alla Sata di Melfi e alla Fma di Avellino, ma anche per quelli della Teksid - si profila un incremento nelle retribuzioni di una certa consistenza. «Siamo determinati a chiudere l'accordo lunedì - dice Bruno Vitali, responsabile auto della Fim - abbiamo svolto un buon lavoro per dare ordine al sistema retributivo di tutto l'arcipelago Fiat salvaguardando comunque alcune specificità». Tra i punti nell'accordo - della durata di un anno e che non verrà siglato dalla Fiom, che lunedì scorso ha lasciato il tavolo - ci dovrebbe essere l'aumento di 10 punti percentuali dell'indennità di straordinario. Il premio di competività sarà probabilmente l'ultima questione affrontata prima della firma, mentre ci sarebbe già l'accordo sulla rappresentanza sindacale. Sul tema Fiat è intervenuta ieri il leader della Cgil, Susanna Camusso, a Radio2Days: «Mi auguro che la Fiat non lasci l'Italia ma il Governo deve fare un chiarimento vero che è mancato dal precedente esecutivo». Commentando gli elogi della stampa statunitense all'ad Marchionne, Camusso ha sottolineato che «per gli Stati Uniti, Marchionne ha salvato la Chrysler ma questo salvataggio ha abbassato la presenza di Fiat nel nostro Paese, l'assenza di nuovi modelli e un piano industriale che viene perennemente annunciato ma mai praticato».

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