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Ue, unione di bilancio solo tra 26 Paesi

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Il cancelliere Angela Merkel (S) e il Primo ministro David Cameron

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L'Europa si spacca. Riesce a mettere in piedi una "Unione di bilancio", fatta di rigore e stretta, per recuperare la credibilità dell'euro e garantire la tenuta della moneta unica. Ma lo fa solo a "23" e sotto forma di accordo intergovernativo. Una sorta di cooperazione rafforzata cioè che riesce a mettere insieme i 17 paesi di Eurolandia, più altri sei, ma non la Gran Bretagna che (con l'Ungheria) si sfila e sancisce di fatto la temuta frattura. Un'intesa al ribasso per colpa di Londra, rimarca il presidente francese Nicolas Sarkozy lasciano la sede del vertice europeo all'alba, dopo una maratona negoziale durata tutta la notte. Ma su cui si punta per recuperare "credibilità", spiegano i vertici Ue; mentre Angela Merkel parla di un "buon risultato per l'euro". Il presidente del Consiglio europeo, Herman van Rompuy, non nasconde che sarebbe stato meglio fosse nata all'insegna della "unanimità". Ma il patto rappresenta comunque un "passo importante" per i Paesi che l'hanno sottoscritto e che si "impegnano" a onorare - rassicura - nonostante non vi siano per ora vincoli "giudici": chi lo "ha adottato ha preso l'impegno a una modifica dei trattati". ANTICIPATO IL FONDO SALVA-STATI Comeprevisto dalle proposte franco-tedesche, è stata anticipata di un anno, al luglio 2012, l'entrata in funzione del nuovo fondo di salvataggio permanente dell'Eurozona da 500 miliardi di euro, l'Esm (European Stability Mechanism), che sostituirà l'attuale fondo salva-Stati Efsf. Sono poi state accettate altre importanti modifiche allo statuto dell'Esm : l'eliminazione delle disposizioni sulla partecipazione di banche e fondi d'investimento privati (il cosiddetto Psi - Private sector involvement) ai costi di eventuali futuri interventi di salvataggio dei paesi dell'Eurozona; e l'adozione di procedure di voto mutuate dai meccanismi decisionali dell'Fmi, che in certi casi prevedeno una maggioranza dell'85% delle quote di finanziamento assegnate ai diversi paesi che ne fanno parte, mentre il nuovo Trattato che stabilisce l'Esm entrerà in vigore quando sarà stato ratificato da un numero di Stati membri che rappresenti il 90% delle quote. E' stato rimandata al prossimo mese di marzo la decisione sull'eventuale addizionalità delle risorse dell'Esm con quelle dell'Efsf, che continuerà comunque ad essere attivo fino alla metà del 2013. Bocciata, invece, la proposta di dare al nuovo Fondo permanente lo "status" di banca, con accesso illimitato al credito della Bce. La proposta, caldeggiata dal presidente del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy, si è scontrata con l'irriducibile opposizione di Berlino. Si è deciso, poi, che la Bce agirà come "agente" dell'Efsf nelle operazioni di mercato del Fondo salva-Stati.  RISORSE ALL'FMI Gli Stati membri dell'Eurozona e gli altri che lo vorranno si impegnano a decidere entro 10 giorni se destinare delle risorse aggiuntive all'Fmi, fino a 200 milioni di euro, sottoforma di prestiti bilaterali. Questi soldi permetteranno all'Fmi di avere risorse adeguate per fronteggiare la crisi in Europa. Sugli eurobond, inoltre, si è deciso di rimandare la discussione a giugno, quando Van Rompuy presenterà un nuovo rapporto ai leader dei Ventisette. Nelle conclusioni dell'Eurogruppo si salutano infine con favore le misure di risanamento prese dall'Italia. ACCORDO SU NUOVO PATTO DI BILANCIO "Pienamente determinati a superare insieme le attuali difficoltà, abbiamo concordato oggi un nuovo patto di bilancio e su un coordinamento significativamente più forte delle politiche economiche nelle aree di comune interesse". È quanto si legge nelle conclusioni della prima sessione di lavori del vertice Ue. Infatti, si legge ancora, "la stabilità e l'integrità dell'Unione economica e monetaria e dell'Unione europea nel suo insieme richiede la rapida e vigorosa messa in atto delle misure già concordate così come ulteriori passi avanti qualitativi verso una genuina unione di stabilità fiscale nell'Eurozona". IL NO DI LONDRA "Noi non rinunceremo mai alla nostra sovranità". Il primo ministro britannico David Cameron ha giustificato così, in una conferenza stampa stamattina a Bruxelles, il rifiuto di Londra ad accettare la riforma dei trattati dell'Ue proposta da Parigi e Berlino per una maggiore disciplina nella politica di bilancio comunitaria. Cameron ha parlato di una "decisione difficile ma buona" in cui gli interessi del suo paese sono stati tutelati. E ha aggiunto: "Se non si riescono a contenere gli eccessi all'interno di un Trattato, meglio restarne fuori". "Ciò che è uscito" dal summit Ue "non era nell'interesse della Gran Bretagna, quindi non l'ho accettato" ha proseguito il premier britannico, "non potevo presentare questo nuovo trattato al nostro parlamento" ha detto ancora Cameron, visibilmente sollevato. Stando a quanto riferito precedentemente dal presidente francese Nicolas Sarkozy, Cameron aveva chiesto un protocollo allegato al trattato per esonerare Londra dall'applicazione delle regole sui servizi finanziari. Una condizione non accettabile - stando al leader francese - poiché proprio da questo settore sono nati molti dei problemi dell'attuale crisi. Secondo Cameron, invece, devono essere tutelati "interessi britannici in ambito Ue" come il libero scambio e l'apertura dei mercati. Quando ai 17 paesi dell'Eurozona, accompagnati da sei paesi membri volontari nell'ambizioso progetto di revisione dei trattati - che sarà verosimilmente messo a punto per marzo - Cameron ha augurato loro "buona fortuna" perché risolvano i loro "problemi". CROAZIA ADERISCE ALL'UE I capi di Stato e di Governo dell'Unione Europea hanno firmato a Bruxelles il trattato di adesione della Croazia, che entrerà a tutti gli effetti nell'Ue dal primo luglio 2013. Il paese balcanico sarà così il 28esimo Stato membro. "Oggi è un giorno storico per la Croazia e l'Unione Europea" ha detto il presidente del Consiglio Ue Herman Van Rompuy intervenendo alla cerimonia. Per l'Italia il trattato è stato firmato dal premier Mario Monti.  

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