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Marchionne: l'Italia non fallirà

Sergio Marchionne

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«Il default dell'Italia è troppo pericoloso anche solo da contemplare. Sarebbe ingestibile e metterebbe a serio rischio l'intero sistema bancario europeo, per non menzionare che causerebbe l'inevitabile scomparsa dell'euro». È secco e perentorio come sempre l'ad della Fiat Sergio Marchionne che dagli Usa, in una pausa del «Council for the United States and Italy», torna a esprimere il massimo della fiducia in Monti. «È un uomo che può fare storia, combattendo per il cambiamento invece di proteggere lo status quo». Per reagire alla crisi, incalza l'ad, «l'Italia ha urgentemente bisogno di rispondere con fatti e non con promesse e annunci». Il manager sottolinea che l'Unione europea è a «un bivio, deve decidere il suo futuro». Ovvero «da sola o con il Fondo Monetario Internazionale, deve aumentare la rete di sicurezza dell'Efsf. Marchionne insiste sugli ostacoli che la sua strategia trova in Italia. Sono accusato di essere anti-italiano. Sono accuse semplicemente assurde» replica. Fiat è impegnata a costruire un «Gruppo internazionale e ora, grazie agli accordi con i sindacati e i lavoratori e all'articolo 8 approvato dal governo, può operare in un contesto più chiaro con condizioni simili a quelle esistenti in altre parti del mondo». Poi lancia un avvertimento: la sopravvivenza della Fiat non può essere messa in discussione: se non c'è più l'Italia venderemo macchine in Asia, in America Latina» Poi dall'ad l'attacco alla Fiom che continua ad «agire più come ente politico che come sindacato», ed «è più preoccupata a proteggere il proprio potere che all'interesse collettivo». Marchionne ricorda che «anche quando gli accordi raggiunti con gli altri sindacati sono stati votati e approvati dalla maggioranza dei lavoratori, non c'è stato rispetto per la volontà liberamente espressa ma la Fiom ha istigato una serie di azioni legali». Una sorta di «tirannia della minoranza». Poi al segretario generale della Cgil Susanna Camusso che reclama a gran voce l'intervento del Governo, risponde: «cosa c'entra Monti, questo povero uomo ha abbastanza da fare. Come si può chiedere a lui di dare il piano per il 2014». Intanto prosegue la trattativa sul contratto unico. Dopo l'incontro interlocutorio di martedì ma con le polemiche della Fiom, nel vivo si entrerà a stretto giro di posta: il calendario concordato infatti prevede un focus su Magneti Marelli e Fiat Industrial per domani ed un nuovo round plenario per lunedì prossimo. I tempi sono infatti strettissimi. Le intenzioni di Fiat di partire dal 1° gennaio prossimo riducono di fatto gli spazi della trattativa a poco meno di un mese. Si punta a chiudere entro Natale e se possibile nella prima metà del mese. Ieri si è svolta fino a notte fonda la trattativa per lo stabilimento di Termini Imerese. Dopo l'accordo raggiunto sabato sera sugli incentivi alla mobilità per i lavoratori che nei prossimi anni raggiungeranno i requisiti per la pensione, ieri si è cercato di tradurre l'intesa in un testo.

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