Fiat non molla: «Produrremo ancora in Italia»
L'ad Marchionne ribadisce la volontà di mantenere la presenza nel Paese
Paroladi Sergio Marchionne, che chiarisce così la posizione del Lingotto dopo le polemiche seguite ad alcune dichiarazioni fatte giovedì dal numero uno del Lingotto a Washington sul futuro del gruppo in Italia. In visita a Bruxelles per la conferenza stampa annuale dell'Associazione dei produttori di auto europei (Acea), di cui è diventato presidente proprio ieri, Marchionne è stato chiaro: «È completamente impensabile arrivare alla conclusione che la Fiat non è interessata agli 80 mila dipendenti che ha in Italia, nel Paese in cui è stata fondata 112 anni fa - ha detto -. Quindi è una cosa che ci sta a cuore». Per l'ad Fiat, «la cosa importante è continuare a produrre auto in Italia», anche se il mercato nazionale sta attraversando un momento difficile. «Anche nell'eventualità di una calamità assoluta in Italia che avrebbe impatti disastrosi su aziende che sono totalmente italiane, la nostra realtà è diversa», ha commentato riferendosi all'anima globale del gruppo: «Ma questo non significa che noi stiamo allentando su un impegno che abbiamo verso il paese e lo sviluppo della nostra attività». Resta il fatto che il quadro del mercato dell'auto nazionale non migliora, a differenza di quello statunitense «che va benissimo» e dove la Chrysler «ha guadagnato quote di mercato ed è cresciuta di più di tutti i concorrenti americani». Il mercato automobilistico europeo è in «stagnazione», ha commentato Marchionne e per l'Italia «abbiamo detto che (il 2011) sarebbe stato un anno difficile»: e «il 2012 sarà ancora difficile». Tutavia, ha tenuto a sottolineare, «la sopravvivenza finanziaria della Fiat, nonostante un problema in Italia, non è in dubbio, perché, fortunatamente, abbiamo creato una realtà industriale al di fuori (dell'Italia ndr) che riuscirebbe a sostenere l'azienda anche in un momento difficile». Quanto ai sindacati, Marchionne ha spiegato che adesso «cerchiamo di chiudere il cerchio. Ci è rimasto poco»: la Fiat sta «cercando di chiudere le trattative in corso con i sindacati» allo scopo «di stabilire una base su cui ricreare la rete industriale italiana». Il gruppo ha «già fatto molto con gli accordi fatti a Pomigliano, Mirafiori e Grugliasco», ha aggiunto: «I nostri piani non sono cambiati. Dopo il lancio della Panda, che vedremo nel mese di dicembre, c'è lo sviluppo dello stabilimento di Grugliasco, quello di Mirafiori che è partito già. Queste «sono tappe importanti».