S&P spaventa le borse Ue
Dure reazioni dell'Europa alla decisione di Standard & Poor's di mettere sotto osservazione per un possibile abbassamento i rating di tutti i paesi dell'Eurozona, a eccezione di Grecia e Cipro, già colpite da downgrade. Parigi, Berlino e tutti gli altri "primi della classe" rischiano così di perdere la prestigiosa "tripla A", la massima valutazione possibile. L'annuncio, arrivato ieri notte dopo la chiusura di Wall Street, è stato un'autentica doccia fredda per le borse, che ieri avevano brindato all'intesa franco-tedesca su nuove regole per i bilanci comunitari e alla manovra di austerità varata dal governo Monti. La giornata è iniziata con i cali prossimi all'1,4% segnati in chiusura dalle piazze di Tokyo e Hong Kong, che hanno portato i listini del vecchio continente a un'inevitabile apertura al ribasso. Nel frattempo alcuni degli esponenti di maggiore spicco delle istituzioni comunitarie avevano già iniziato a replicare all'agenzia con toni inusualmente duri. Il presidente dell'Eurogruppo, Jean-Claude Juncker, si è detto "basito" dalla mossa dell'agenzia di rating, che ha definito "un'esagerazione scriteriata e iniqua". Per la Bce ha parlato invece il membro francese del Consiglio dei Governatori, Christian Noyer, secondo il quale la metodologia di valutazione di Standard & Poor's è diventata "piu' politica e meno basata sui fondamentali economici". "Le agenzie sono state uno dei motori della crisi nel 2008 - ha aggiunto il presidente della Banque de France - Stanno diventando un motore della crisi attuale? Questa è una domanda concreta che dobbiamo porci tutti". La prende con maggiore filosofia il ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble, che ha definito la decisione "il miglior incentivo possibile" per il cruciale vertice Ue anticrisi di questa settimana. Nel dibattito è intervenuto anche il presidente della divisione Asset Management di Goldman Sachs, Jim O' Neill, che ha definito "ridicola" la scelta di diffondere l'annuncio prima ancora che iniziasse il summit che deciderà le sorti della monete unica. "Non mi sembra opportuno fare questi annunci" è invece il commento di Giovanni Sabatini, direttore generale dell'Abi. Sul fronte macreconomico sono giunti i dati sul Pil dell'Eurozona, cresciuto nel terzo trimestre di uno 0,2% congiunturale, e sugli ordini all'industria tedeschi, che hanno invece segnato un inatteso balzo del 5,2%. Non abbastanza per far riprendere le borse europee, che a meta' seduta hanno ridotto le perdite ma restano ancora negative, con la sola eccezione di Londra, in rialzo dello 0,2%. Francoforte segna -0,81%, Parigi -0,49%, Milano -0,62%, Madrid -0,21%. In lieve recupero l'euro, tornato sopra 1,34 dollari. In calo sotto 360 punti lo spread tra Btp e bund, con i rendimenti che ripiegano sotto il 6%.