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Italiani pronti a fare sacrifici

Industria

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Oltre un italiano su due (il 57,3%) è disponibile a fare sacrifici per l'interesse generale del Paese. Anche se, di questi, il 45,7% lo farebbe solo in casi eccezionali. Lo rileva il Censis nel 45esimo rapporto sulla situazione sociale del Paese. E una buona percentuale di italiani è disposta anche a cambiare atteggiamento nei confronti delle ferie. Il numero medio dei giorni di vacanza disponibili si è ridotto rispetto all'anno passato, 28 contro 30, mentre aumentano i giorni di vacanza non goduti che passano dai 5 del 2010 ai 7 di quest'anno. I dati sono contenuti in una ricerca di Harris Interactive per Expedia, uno dei siti di viaggi online più conosciuti al mondo. Dall'indagine emerge che gli italiani sono primi in Europa per giorni di vacanza lasciati sul piano ferie (7, il 25% dei giorni disponibili) e sembrano seguire l'andamento degli stakanovisti giapponesi che non usufruiscono di sei giorni, ovvero oltre il 50% di quelli a loro disposizione. Da considerare che i lavoratori europei godono di un periodo di vacanza più lungo, avendo mediamente a disposizione 25-30 giorni di vacanza in un anno. Fanalino di coda in questa classifica sono appunto gli abitanti della Corea del Sud, con 10 giorni, seguiti dai giapponesi con 11, dagli americani e singaporiani con 14.   Secondo il rapporto del Censis, il 65,4% indica la famiglia come elemento che accomuna gli italiani, mentre l'81% condanna duramente l'evasione fiscale. A fronte poi di un 46% di cittadini che si dichiara "italiano", c'è un 31,3% di "localisti" che si riconoscono nei Comuni, nelle regioni o nelle aree territoriali di appartenenza, un 15,4% di "cittadini del mondo" che si identificano nell'Europa o nel globale e un 7,3% di "solipsisti" che si riconoscono solo in se stessi. Ancora oggi i pilastri del nostro stare insieme fanno perno sul senso della famiglia, indicata dal 65,4% come elemento che accomuna gli italiani. Seguono il gusto per la qualità della vita (25%), la tradizione religiosa (21,5%), l'amore per il bello (20%). Cosa dovrebbe essere messo subito al centro dell'attenzione collettiva per costruire un'Italia più forte? Per più del 50% la riduzione delle diseguaglianze economiche. Moralità e onestà (55,5%) e rispetto per gli altri (53,5%) sono i valori guida indicati dalla maggioranza degli italiani. Emerge poi la stanchezza per le tante furbizie e violazioni delle regole. L'81% condanna duramente l'evasione fiscale: il 43% la reputa moralmente inaccettabile perchè le tasse vanno pagate tutte e per intero, per il 38% chi non le paga arreca un danno ai cittadini onesti. Infine, il Censis sottolinea come il modello di sviluppo italiano abbia sempre trovato nella famiglia un punto di grande forza e la famiglia si sia sempre fatta carico dei bisogni sociali, andando a integrare se non a sostituire le prestazioni di welfare. Ma questo modello, avverte, comincia a mostrare segni di debolezza: se è vero che in proporzione al Pil la ricchezza finanziaria delle famiglie italiane rimane una delle più rilevanti in Europa, in valore assoluto si è assistito a una erosione significativa di questo patrimonio tra il 2006 e il 2009, il cui ammontare è passato da 3.042 miliardi di euro a 2.722 miliardi. Inoltre, dal punto di vista della capacità di assistenza informale delle famiglie, il numero dei potenziali caregiver (persone che si prendono cura dei familiari) andrà riducendosi in modo netto: se nel 2010 c'erano 18,5 persone autosufficienti in età compresa tra 50 e 79 anni (fascia d'età nella quale rientra la gran parte dei caregiver) per ogni ultraottantenne non autosufficiente, entro il 2040 questa proporzione è destinata a dimezzarsi, scendendo a 9,2 caregiver per ogni anziano potenzialmente bisognoso di assistenza.  

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