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Sarkozy: l'Ue rischia di essere spazzata via

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Il presidente francese Nicolas Sarkozy

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"L'Europa rischia di essere spazzata via dalla crisi, per riprendersi deve essere riformata, anzi rifondata". E a indicare la rotta saranno Francia e Germania. Dal palco di Tolone - senza mai accennare al "triumvirato" con l'Italia - Nicolas Sarkozy si rimette al timone dell'Europa a due insieme con Angela Merkel: per il capo dell'Eliseo, saranno lui e la cancelliera tedesca a stabilire le priorità e i principi della nuova Europa, e dei nuovi trattati. Cinquantadue minuti per convincere, 5.000 sostenitori in piedi ad applaudire, finale con il tricolore e la Marsigliese: tanto show ed entusiasmo organizzato per un Sarkozy apparso già in campagna elettorale, così come lo accusano di fare (e a spese dello Stato) i socialisti. Adesso, per il capo dell'Eliseo, arriva il difficile: dimostrare di saper dialogare davvero con la Merkel, da lui presentata stasera come alleata nella nuova leadership. Lunedì vertice Sarkozy-Merkel La mossa numero 1 organizzata dalla sapiente regia dell'evento - organizzato a Tolone dove proprio tre anni fa Sarkozy lanciò l'allarme crisi globale dopo il crollo della Lehman Brothers - è stata l'annuncio del vertice straordinario di lunedì all'Eliseo: un classico "Merkozy" niente Mario Monti, per preparare insieme le proposte franco-tedesche volte a garantire il futuro dell'Europa. Questo, a quattro giorni dal cruciale summit Ue di venerdì 9, dal quale Sarkozy ha lasciato intendere che l'Europa dovrà uscire rinnovata. "L'Europa non è più una scelta ma una necessità ma se non riuscirà a riprendersi verrà spazzata via dalla crisi". Ed è proprio davanti a questo rischio che "la Francia è schierata con la Germania per un nuovo trattato europeo, ispirato a più disciplina, più solidarietà, più responsabilità". Francia e Germania appaiono divise sulla crisi dell'euro I tedeschi insistono sull'ortodossia finanziaria, pretendendo una 'super-Maastricht', come conferma il documento in 10 punti che circola a Berlino preparato dal ministro dell'Economia Philipp Roesler: la creazione di un fondo monetario europeo, una Troika permanente e soprattutto l'obbligo per tutti i Paesi dell'eurozona di riduzione del deficit dal 3 al 2% ne sono i capisaldi. I francesi, da parte loro, vogliono come contropartita un meccanismo di solidarietà finanziaria, che si tratti di interventi della Bce, della creazione di Eurobond o del rafforzamento del Fondo europeo di stabilità finanziaria (Efsf). In particolare, era stato deciso che la coppia franco-tedesca non si sarebbe più espressa sulla politica della Bce, ma oggi Sarkozy - nel fervore dello Zenith di Tolone - si è detto «convinto» che l'istituto di Francoforte («che è indipendente e lo resterà»), «agirà» per contrastare le minacce che fanno pesare la crisi del debito sull'Europa. In particolare, Parigi spera negli interventi del presidente Mario Draghi, per acquistare in modo massiccio i titoli di Stato dei Paesi in crisi, mentre Berlino accetta a stento interventi temporanei. Allarme Bce Oggi da Bruxelles lo stesso Draghi ha detto che "la Bce non può fare nulla che non sia previsto dai trattati» e le misure prese da Eurotower sono non convenzionali e quindi temporanee per definizione: non possono essere eterne nè infinite". L'Unione Europea, ha aggiunto, può pure modificare i suoi trattati ma quello che serve in questi giorni cruciali è una risposta veloce e immediata ai mercati per restituire credibilità all'euro. Francia e Germania hanno anche approcci diversi sugli eurobond, che Berlino respinge con forza. Sulla riforma delle istituzioni Ue, Parigi si dice pronta ad accettare controlli rafforzati da parte della Commissione Ue o un super-commissario incaricato dell'euro, ma non vuole che la Corte di giustizia europea possa giudicare atti che sono di competenza nazionale, come i bilanci statali. Lunedì all'Eliseo menù ricchissimo per la coppia Merkel-Sarkozy Nel calderone delle riforme invocate a Tolone dal presidente francese è finita anche Schengen: "L'Europa che fa applicare al proprio interno il principio della libera circolazione - ha detto - non controlla le sue frontiere esterne. Così non può più andare avanti. Schengen deve essere ripensata".  

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