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Marchionne: mai detto che Fiat lascerà l'Italia

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L'ad di Fiat Sergio Marchionne

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La Fiat potrebbe lasciare l'Italia. Lo ha affermato l'amministratore delegato Sergio Marchionne ai microfoni di Radio24, criticando l'atteggiamento della Fiom e sottolineando che "la Fiat è una multinazionale e ha attività in tutto il mondo: potremmo andare avanti anche senza l'Italia". "Chi pensa di poter condizionare la Fiat - ha aggiunto Marchionne - si sbaglia alla grande". "Non è colpa del governo" spiega l'amministratore delegato del Lingotto, dopo la richiesta del leader della Cgil, Susanna Camusso, di far intervenire l'esecutivo sui progetti industriali del gruppo. "Il governo non c'entra nulla - ha detto Marchionne - e Monti, quel pover uomo che ha un mondo di cose da fare, cosa c'entra con la Fiat?". Il nuovo premier, ha sottolineato il top manager a Radio24, "deve portare avanti una serie di manovre per cercare di ottenere la tranquillità a livello europeo dei finanziamenti del paese, e se non ce la fa fallisce il progetto. Per questo deve essere assistito e appoggiato dalla politica fino a quando ha risolto il problema, non abbiamo altra scelta. Bisogna lasciarlo lavorare - ha concluso - ho una grande fiducia nelle sue capacità di gestione". Da Fiom dittatura di minoranza La Fiom "è la tirannia della minoranza verso la maggioranza e la Fiat non può essere la vittima di questa minoranza". Così il numero uno del Lingotto secondo cui "abbiamo avuto la maggior parte dei lavoratori che ha appoggiato un'alternativa. Il treno è passato ed è inutile cercare di insistere che bisogna rinegoziare. Quella decisione è stata presa - ha affermato - e non possiamo continuare a votare finché non vince la Fiom". "Il fatto è - ha spiegato Marchionne ai microfoni di Radio24 - che un operaio su dieci vuole condizionare l'andamento dell'azienda. La Fiat non può essere la vittima di questa minoranza. Non si può investire così - ha concluso - parliamo di miliardi di euro di investimenti, non di aprire un supermercato". A novembre crollo del mercato dell'auto Vendite in netto calo per Fiat a novembre scorso con una diminuzione del 10% rispetto allo stesso mese del 2010. Il Lingotto ha immatricolato, secondo i dati della motorizzazione, 37.790 nuove auto, contro le 41.965 vendute a novembre 2010. Ferma la quota mercato al 28,5% dal 28,72% del 2010. Nuova fase per Termini Imerese "Parte da oggi una nuova fase per Dr Automobiles groupe, che si avvia verso un processo di rinnovamento volto a creare un nuovo assetto che, come previsto dal piano, ci permetterà di rispettare i tempi programmati e raccogliere le sfide future del mercato". E' quanto afferma la Dr Automobiles groupe dopo la sigla dell'accordo relativo allo sviluppo del polo costruttivo automobilistico negli impianti di Termini Imerese. Dal 1 gennaio 2012 la Dr subentrerà a Fiat nello stabilimento di Termini Imerese dando inizio al piano di riconversione industriale e dalla fine del 2012 inizieranno ad uscire dallo stabilimento le prime nuove automobili Dr, tutte made in Italy. "L'accordo è frutto della fattiva sinergia tra tutte le parti coinvolte nella trattativa, che hanno garantito in questi mesi un confronto costruttivo in un clima di piena collaborazione", ha dichiarato Massimo Di Risio, presidente e fondatore di Dr Automobiles Groupe". Tutti riassunti da Dr Motor a fine 2013 Il testo dell'accordo siglato da Fiat e sindacati sullo stabilimento di Termini Imerese "finalmente chiarisce che a fine 2013 chi ha requisiti andrà in mobilità incentivata - si tratta di 640 lavoratori - mentre gli altri saranno assunti da Dr", si parla di oltre 920 dipendenti. È quanto ha affermato il responsabile Fiat della Fiom Enzo Masini.

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