Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Allerta dell'Ocse: Italia in recessione nel 2012

Esplora:
Da sinistra Herman Van Rompuy, Barack Obama e Jose Manuel Barroso

  • a
  • a
  • a

Nel 2012 l'economia italiana entrerà in recessione. Lo rivela l'Ocse che nel suo Economic Outlook rivede al ribasso il Pil del prossimo anno, che passerà dal +1,6% di maggio a una contrazione di mezzo punto percentuale. Per quest'anno la stima è una crescita striminzita dello 0,7%, contro il +1,5 previsto a primavera. Al nuovo governo Monti l'Ocse chiede di "applicare pienamente" le misure di emergenza varate dal precedente esecutivo per portare il bilancio in pareggio nel 2013, oltre ad avviare subito, in contemporanea, "importanti riforme strutturali per favorire la crescita", a partire dagli impegni presi dal governo Berlusconi nella sua lettera d'intenti a Bruxelles, dalle liberalizzazioni e da una maggiore flessibilita' del mercato del lavoro. Inoltre l'Ocse parla di "sigificativo deterioramento" dell'economia mondiale e lancia l'allarme sulla crisi del debito europeo, che rappresenta un "rischio a livello globale".   Nel suo Outlook l'istituto parigino rivede al ribasso le stime sulla crescita globale e soprattutto quelle dell'area euro, stimata in lieve recessione e che, senza un'adeguata azione correttiva, rischia di peggiorare, trascinando con se' il resto del mondo. Per evitare questo scenario catastrofico il capo economista dell'Ocse, Pier Carlo Padoan sostiene la necessita' di "rapidi e credibili miglioramenti nella capacita' ell'Efsf, insieme a un maggior uso del bilancio della Bce". Anche gli eurobond sono considerati da Padoan "uno strumento efficace per stabilizzare il mercato", anche se devono essere "accompagnati da una maggiore integrazione europea". Intanto l'agenzia di rating Moody's lancia l'allarme e sostiene che la grave crisi finanziaria attualmente in corso mette a rischio i rating nell'intera Unione Europea. "Il prolungato e rapido incremento della crisi dei debiti sovrani e bancari nell'Eurozona minaccia le posizioni di tutti i paesi europei". Allarme Moody's: rischio default multipli L'agenzia di rating nota in particolare come le situazioni di incertezza politica in Grecia e in Italia, abbinate al peggioramento delle prospettive economiche complessive nell'Eurozona, abbiano dato luogo alla "verosimiglianza di scenari persino più negativi", e dunque "la probabilità di default multipli per i Paesi dell'Eurozona non è ulteriormente trascurabile". Servono misure urgenti nel breve termine che stabilizzino i mercati, le valutazioni sui paesi dell'area euro e dell'Unione Europea potrebbero essere riviste. Moody's prevede di completare la revisione dei rating dell'area euro nel primo trimestre 2012. Lo scenario di Moody's - afferma l'agenzia in un rapporto - resta basato su una tenuta dell'area euro, ma anche questo scenario positivo "porta con sè implicazioni molto negative sul rating". "La rapida escalation della crisi del debito dell'area euro e del settore bancario sta minacciando tutti" i rating sovrani europei, afferma Moody's sottolineando che l'aumento della pressione su Eurolandia ha spinto le autorità ad agire rapidamente per riportare fiducia. "L'area euro ha punti di forza finanziari ed economici, ma la debolezza istituzionale continua a frenare la risoluzione della crisi e pesa sui rating. Eurolandia è vicina a un bivio che la porterà o verso una più stretta integrazione o verso una maggiore frammentazione" con il default e l'uscita dall'area di uno o più paesi. "Le probabilità di default multipli fra i paesi dell'area euro non sono più insignificanti. Più la crisi di liquidità continua, più rapidamente le possibilità di default aumentano. Una serie di default aumenterebbe la probabilità che uno o più paesi non solo facciano default ma lascino l'euro. Uno scenario con più uscite avrebbe impatti negativi" sul rating dei paesi dell'area euro e dell'Unione Europa. Oggi vertice Usa-Ue I leader dell'Unione Europea sono oggi a Washington per un vertice Ue-Usa che al suo centro avrà la crisi del debito nell'eurozona. Il presidente della Ue, Herman Van Rompuy, il presidente della commissione europea, Jose Manuel Barroso, e la rappresentante per la politica estera Catherine Ashton incontreranno il presidente Barack Obama, il segretario di stato Hillary Clinton ed altri esponenti dell'amministrazione americana. Fmi smentisce piano di aiuti per l'Italia Tocca poi al Fondo Monetario Internazionale intervenire, per smentire che siano in corso colloqui con l'Italia per un pacchetto di aiuti finanziari pari a 600 milioni di euro, come riferito ieri dal quotidiano La Stampa.  "Non ci sono discussioni con le autorita' italiane a proposito di un programma di finanziamento da parte del Fondo", ha affermato un portavoce dello stesso Fmi, che non ha voluto peraltro essere identificato. Anche Bruxelles smentisce la presentazione di richieste di aiuti da parte dell'Italia al Fmi e all'Eurogruppo. I mercati oggi reagiscono bene alle voci di nuove misure per far fronte alla crisi del debito europeo. Lo spread tra Btp e Bund, dopo un rialzo a 500 punti si assesta sotto quota 480 punti, mentre il rendimento sui Btp a due anni, schizzato a inizio mattinata al livello record dell'8,1% e' ora intorno al 7%. Bene le Borse, con Milano, Francoforte e Parigi tutte in rialzo di oltre il 3%.  Dopo settimana nera rally delle Borse Anche Wall Street si è unita a un improvviso rally rialzista che oggi ha visto prima le Borse dell'Asia, e poi ancor più quelle europee interrompere una pesante serie negativa proseguita tutta la scorsa settimana. Dopo gli scatti in apertura oltre Atlantico, a Milano il Ftse-Mib rafforza recuperi già in precedenza esuberanti, con un più 4,54 per cento. La crisi dei debiti pubblici dell'area euro resta al centro dell'attenzione, ma alcuni osservatori vedono alla base di queste risalite un possibile recupero di fiducia sulla prospettiva che un ipotetico accordo di rafforzamento delle regole coercitive sulla disciplina di bilancio nell'area euro. Francia e Germania starebbero lavorando a uno schema accelerato simile a quello usato sugli accordi di Shengen, e una manovra simile potrebbe preludere a interventi calmieranti più energici dell Bce sul settore dei titoli di Stato. Per parte sua la Bce ha riferito di aver ulteriormente aumentato la scorsa settimana i suoi acquisti calmieranti di titoli di Stato dell'area euro sotto stress: a 8,581 miliardi di euro totali dai 7,986 miliardi della settimana precedente. L'ammontare totale di bond dell'area euro ora detenuti dalla Bce, esclusi quelli giunti a maturazione, ha così superato per la prima volta 200 miliardi di euro, raggiungendo quota 203,5 miliardi. Anche l'euro si attesta in netta risalita, a 1,3377 dollari nel pomeriggio. A favorire la risalita potrebbero aver contribuito i segnali di solide vendite negli Usa venerdì scorso, il giorno che apriva ufficialmente la stagione degli acquisti prenatalizi. Ma per altri osservatori è meglio stare attenti coi festeggiamenti: queste impennate potrebbe essere semplici fluttuazioni legate all'accentuata volatilità e al permanere di bassi volumi. Oppure recuperi fisiologici dopo i precedenti crolli. "Il fatto che molti indicatori siano caduti ai minimi da tre mesi suggerisce un possibile rimbalzo sul breve periodo", osserva Bill McNamara, della Charles Stanley. Gli scatti in avanti coinvolgono tutte le Borse europee. Londra mette a segno un più 2,84 per cento, Parigi più 5,02 per cento, Francoforte più 4,38 per cento. In netto recupero anche Wall Street, con il Dow Jones al più 2,75 per cento e il Nasdaq al più 3,32 per cento. A suggerire cautela anche il permanere di chiare tensioni sui titoli di Stato. Vero che il differenziale (spread) di rendimento tra Btp italiani a 10 anni e Bund è rientrato sotto la soglia allarmistica dei 500 punti base, a quota 484 punti nel pomeriggio secondo Bloolmberg. Ma questo è più dovuto ad un aumento dei tassi sui titoli tedeschi che ad una attenuazione su quelli italiani. Il rendimento lordo dei Btp resta a livelli di guardia, al 7,16 per cento nel pomeriggio.  

Dai blog