Gli italiani hanno ancora voglia di casa
A settembre cresciuti i prestiti (+5,5%). I più richiesti restano i mutui
Secondogli ultimi dati dell'Abi (Associazione bancaria italiana) riferiti a settembre, rispetto allo scorso anno i presiti, infatti, aumentano del 5,5%, un tasso di crescita quasi doppio rispetto alla media dell'euro zona (+3,2%). A fare la parte da leone sono sempre i mutui, in rialzo del 5%. Mentre il credito al consumo, pur restando positivo, sale a ritmi più lenti (+0,7%) a causa di una domanda stagnate. Insomma, gli italiani anche in tempi difficili non esitano a indebitarsi di fronte all'acquisto di una casa. E spesso le passività pesano sulle spalle di nuclei che fanno fatica ad arrivare a fine mese, visto che molte sono le famiglie che hanno chiesto e ottenuto la sospensione delle rate del mutuo. Ad oggi sono, infatti, 52 mila quelle che hanno potuto interrompere il pagamento grazie alla moratoria avviata dall'Associazione bancaria italiana. Passando dalle percentuali ai numeri assoluti, o meglio agli euro, il bilancio aggiornato a settembre, illustrato nel corso del convegno «Credito al credito 2011», registra ben 615 miliardi di euro di prestiti destinati dalle banche alle famiglie. E guardando alle cifre nel dettaglio si scopre che 365 miliardi sono finanziamenti per l'acquisto dell'abitazione e 63 miliardi rappresentano erogazioni per il credito al consumo. Il sistema ha così continuato a funzionare, nonostante tutti gli ostacoli, ma le prospettive non fanno ben sperare. I rallentamenti si sono fatti già sentire, con i mutui che segnano un trend decrescente da marzo. Per il 2012 non mancano i timori, basti pensare che l'Abi ha tagliato in netto ribasso le stime sul Pil sia per l'anno in corso (da +1,1% a +0,7%) sia per il 2012 (da +1,3% a +0,5%). D'altra parte, ha spiegato il direttore generale dell'Abi, Giovanni Sabatini, «il contesto europeo non riesce a dare risposte chiare per ridare fiducia ai mercati» e «se lo stress sul rischio sovrano Italia non si riduce i canali di trasmissione tra rischio sovrano e rischio bancario non potranno che operare una pressione al rialzo sul costo del funding», con ricadute sui tassi. Intanto è anche in scadenza la moratoria sui mutui per le famiglie, che terminerà, dopo due proroghe, il prossimo 31 dicembre. L'iniziativa ha consentito di sospendere le rate per un controvalore di 6,5 miliardi di debito residuo, lasciando nelle mani degli italiani 385 milioni di euro. Al riguardo non confortano i dati del Censis, secondo cui il risparmio medio mensile delle famiglie quest'anno è sceso di oltre il 30%.