Settembre nero per Azienda Italia
Rispettoad agosto il giro d'affari è calato del 5,4%, come non accadeva da novembre del 2008, ovvero da quasi tre anni. Male anche le commesse, che sono crollate dell8,3%, il peggior dato dall'agosto del 2009. Resta, comunque, positivo il bottino accumulato dall'industria nei primi mesi dell'anno, intaccato, quindi, solo in parte dal crollo dell'ultimo mese. Se un ribasso dei ricavi era atteso, vista la forte contrazione della produzione a settembre, la caduta degli ordini, ovvero delle richieste arrivate alle imprese, non fa ben sperare per i prossimi mesi. Un'altra criticità riguarda le cifre registrate sul mercato nazionale: a fare da traino sono state le attività di business fuori dai confini nazionali, basti pensare che il calo degli ordinativi sul territorio nazionale è stato doppio (-10,1%) rispetto alla flessione all'estero (-5,5%). Le rilevazioni dell'Istat danno, così, conto di un economia che inizia l'autunno in affanno. I tecnici dell'Istituto hanno fatto notare come i segni meno siano anche frutto del confronto con un mese come agosto, che ha coinciso con uno scatto in avanti dell'industria. Ma su base annua, comparando i risultati di settembre 2011 con quelli dello stesso mese del 2010, la situazione cambia poco. Il fatturato è salito dell'1,9% solo grazie al traino che viene dall'estero, con il mercato nazionale, invece, fermo. E gli ordinativi sono scesi, come non accadeva da ottobre 2009, trascinati in giù dal mercato interno (-8,1%). Le attività industriali che hanno subìto il maggior calo dei ricavi, rispetto ad agosto, riguardano i beni strumentali (-10,4%) e gli intermedi (-6,4%). Andando ad analizzare i diversi settori, sul piano tendenziale, la contrazione più forte (-16,2%) ha toccato la fabbricazione di computer e prodotti di elettronica, lo stesso comparto che ha fatto segnare una flessione del 28,5% delle commesse. Il passo indietro di settembre non brucia, però, tutti i progressi compiuti durante l'anno. Considerando i primi nove mesi del 2011 il risultato rimane, infatti, in attivo. Il fatturato è cresciuto su base annua dell'8,1%, grazie al traino che è arrivato dall'estero (+12,1%); e gli ordini sono saliti del 9,1%, sotto la spinta giunta da fuori confine (+14%).