Finmeccanica ancora giù in Borsa
Ilgruppo, investito dagli scandali legati all'inchiesta sugli appalti Enav e in cattive acque anche dal punto di vista finanziario, ha vissuto una nuova giornata da brivido in Borsa, chiudendo con un calo del 6,6%, sulla soglia dei 3 euro. Ma nonostante tutto Marina Grossi, indagata dalla procura di Roma insieme al marito e presidente dell'azienda PierFrancesco Guarguaglini, resta come ad al timone della controllata Selex Sistemi Integrati. La decisione è stata presa al termine del cda della società, convocato in via straordinaria per esaminare i risvolti dell'inchiesta che sabato scorso ha portato all'arresto, tra gli altri, del direttore commerciale Manlio Fiore e domenica all'autosospensione di Lorenzo Borgogni dall'incarico di direttore delle relazioni esterne di Finmeccanica. Un colpo durissimo per l'immagine non solo di Selex ma di tutto il gruppo. Di fronte alla convocazione, arrivata con un annuncio dell'ad di Finmeccanica, Giuseppe Orsi, da sempre lontano dalle posizioni di Guarguaglini, l'attesa era dunque tutta per un passo indietro della Grossi. Ma all'interno dello stesso consiglio si sarebbe verificata una levata di scudi a suo favore. Alla Selex resta dunque lo status quo, mentre l'attenzione si sposta ora sulla capogruppo. Sul fronte giudiziario, spunta l'interrogatorio di Marco Iannilli. L'ad di Enav Pugliesi avrebbe ricevuto 600mila euro, la metà dei quali «avrebbe dovuto essere consegnata al partito di riferimento, l'Udc», ha detto Iannilli. Non solo. Lorenzo Cola, ex consulente di Finmeccanica, ha detto al pm che «nella prima fase, ossia tra il 2001 e il 2002, vi era un cosiddetto tavolo delle nomine o laboratorio nella maggioranza, composto da Brancher, Cesa, Gasparri o La Russa e un uomo della Lega - che cercava di comporre gli equilibri politici ai fini delle nomine».