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Finmeccanica a picco in Borsa (-20%)

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Nei primi nove mesi risultati inferiori alle attese. Perdita di 324 milioni

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Dopouna lunga serie di esercizi in utile, ecco ricomparire il segno meno. I primi nove mesi dell'anno sono stati archiviati con un risultato negativo per 324 milioni e quella dell'intero esercizio «sarà significativamente più alta» rispetto a quella registrata al 30 settembre. E per il 2011 non verrà distribuito dividendo. Sull'onda di questi risultati, approvati da un cda al quale non ha partecipato il presidente Guarguaglini, il titolo ha vissuto una giornata da dimenticare a Piazza Affari dove è stato più volte sospeso per eccesso di ribasso e ha chiuso lasciando sul terreno il 20,33% a 3,574 euro. Ma la cura per invertire la rotta e per tornare in positivo già nel 2012 è già pronta. In cantiere ci sono dismissioni, a cominciare dal deconsolidamento di AnsaldoBreda, per oltre un miliardo di euro nel 2012 finalizzate alla riduzione dell'indebitamento; la ristrutturazione dei settori dell'aeronautica e dei trasporti e la riorganizzazione dell'elettronica della difesa, che vedrà la nascita della «Super Selex». Nel piano rientra anche la riduzione dei costi di struttura e una razionalizzazione degli investimenti, nel rispetto dei criteri di sostenibilità finanziaria e di ritorno sul capitale. «Sono tempi straordinari che richiedono interventi straordinari» ha detto l'amministratore delegato di Finmeccanica, Giuseppe Orsi, riassume così la nuova fase che ora si apre per il gruppo. Una nuova fase per ridisegnare una Finmeccanica più forte, che conferma i suoi pilastri strategici dell'aerospazio e difesa, elettronica per la difesa e la sicurezza e che, nonostante le difficoltà di questi conti, ha davanti «un brillante futuro». E a segnare la nuova svolta è stato il consiglio di amministrazione della holding che, oltre ad approvare i conti al 30 settembre scorso, ha dato disco verde al nuovo piano di consolidamento operativo e patrimoniale del gruppo, per l'attuazione del quale il board ha conferito a Orsi «tutti i necessari poteri».Sul fronte dei conti, Finmeccanica archivia, dunque, 9 mesi difficili e un esercizio difficile. A pesare sul risultato del periodo è stato, in particolare, il peggioramento dell'ebita, negativa per 188 milioni di euro rispetto agli 856 milioni positivi dei primi 9 mesi del 2010. Un peggioramento riconducibile all'aeronautica, per oneri di natura non ricorrente pari a 753 milioni di euro, connessi al programma B787. In flessione gli ordini pari a 10.638 milioni di euro rispetto ai 13.479 dei primi 9 mesi del 2010 e i ricavi pari a 12.252 milioni di euro dello stesso periodo del 2010. L'indebitamento finanziario netto è pari a 4.665 milioni di euro rispetto ai 3.133 milioni al 31 dicembre 2010. L'assenza di necessità di rifinanziamento a breve e la durata media del debito garantiscono la solidità finanziaria del gruppo. Alla luce dei risultati dei primi 9 mesi, la chiusura dell'esercizio registrerà una perdita «significativamente superiore» a quella al 30 settembre. Il gruppo rivede al ribasso le stime dei ricavi che si attestano in una forchetta compresa tra i 17 e 17,5 miliardi di euro. Ma Orsi è ottimista: già per il 2012 e poi nel 2013 l'ebita di Finmeccanica registrerà un «significativo progresso», grazie ai risultati dei piani di ristrutturazione. Orsi ha glissato sull'ipotesi di un cambio al vertice. «Non dipende da me e non credo che sia oggi nelle previsioni». Poi ha spiegato che il piano per AnsaldoBreda sarà presentato ai sindacati nelle prossime due settimane. «Da lì partirà la trattativa». Se dovesse essere analoga a quella di Alenia, ha aggiunto Orsi nella conference call con gli analisti, verrà «chiusa in un paio di mesi e poi prevediamo di iniziare il piano di ristrutturazione di cui c'è veramente bisogno», e che avrà un costo di «20 milioni». Nei piani di Finmeccanica c'è anche il rientro in Libia. «Stiamo tornando ad una situazione che ci consente di riprendere tutte le nostre attività nel Paese», ha detto Orsi.

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