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Fiat cancella tutti gli accordi sindacali

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L'ad di Fiat Sergio Marchionne

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Dal primo gennaio 2012 tutti gli accordi sindacali, finora in vigore negli stabilimenti di Fiat Group Automobiles, non saranno più validi: i 72.000 lavoratori avranno un nuovo contratto che ricalcherà il modello Pomigliano. Presto azienda e sindacati s'incontreranno, ma non è ancora stata fissata una data. «Andremo avanti con le azioni legali e le denunce», avverte il segretario generale della Fiom, Maurizio Landini che chiede al governo Monti «di cancellare l'articolo 8». La disdetta degli accordi inevitabile dopo la decisione della Fiat di uscire da Confindustria. Nella lettera a Emma Marcegaglia l'amministratore delegato, Sergio Marchionne, fa esplicito riferimento per il futuro alle «intese già raggiunte per Pomigliano, Mirafiori e Grugliasco». E d'altra parte lo stesso contratto del dicembre 2010, definito sulla base del modello Pomigliano, crea già le basi per una sua estensione a tutto il gruppo: «le parti - si legge infatti - convengono sulla natura del presente contratto quale contratto collettivo di lavoro di primo livello, in quanto tale del tutto idoneo a sostituire, per le società che intendano aderirvi, il Ccnl dei metalmeccanici, sia per l'estensione del campo normativo sia per il livello dei trattamenti previsti». Dai sindacati firmatari dell'intesa arriva qualche protesta: «È un fatto grave e ci preoccupa alla luce di una situazione economica molto delicata con l'aumento della cassa integrazione, non aiuta certo le parti a ritrovare un clima positivo», afferma il segretario generale della Uilm, Rocco Palombella. «Entro il 31 dicembre - dice Roberto Di Maulo, segretario generale del sindacato autonomo Fismic - bisogna realizzare il contratto auto. Era già un impegno, ora è urgente». Per il numero uno della Fim ,invece, «era una decisione attesa. Il punto dolente è che la Fiom rischia di restare fuori. Speriamo colga l'opportunità e firmi». La posizione dei metalmeccanici Cgil resta negativa. Già all'assemblea regionale dei delegati, prima della notizia, Landini usa toni durissimi: «La Fiat - dice - non ha il potere di decidere se dobbiamo esistere o meno. Faremo di tutto per impedirle di estendere il contratto di Pomigliano». Per Giorgio Airaudo responsabile Auto della Fiom, «non c'è nulla di nuovo da Pomigliano a oggi e non c'è mai stata una trattativa», mentre Vincenzo Scudiere, segretario confederale della Cgil, parla di «scelta destabilizzante». Protesta anche il mondo politico con il Pd che chiede al governo la convocazione di un tavolo e il leader dell'Udc Pierferdinando Casini che vede un segnale «del fatto Marchionne pensa di più all'estero che all'Italia». Toni più accesi dalla sinistra radicale, mentre l'ex ministro Maurizio Sacconi auspica «una fase intensa di dialogo»  

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