Bond di Atene e Borsa frenano gli utili Generali
Le svalutazioni sui titoli salgono a 824 milioni. Iprofitti fino a settembre calano del 37%
.Chiuso il capitolo della tempesta sulla governance con l'uscita di Cesare Geronzi, il gruppo assicurativo di Trieste, si era messo all'opera per riportare serenità nella società. Le fibrillazioni dei mercati azionari e dei bond hanno però vanificato gli sforzi dei manager. Generali ha chiuso i primi nove mesi con un utile in calo del 37,1% a 825 milioni proprio per le svalutazioni legate alla tempesta sui mercati per 824 milioni. Tengono i risultati industriali e il gruppo del Leone conferma gli obiettivi sul risultato operativo a fine anno, anche se nella parte bassa della forchetta, e mantiene le attese sul dividendo. Le svalutazioni in particolare sui titoli sovrani della Grecia, già pesanti nel semestre, salgono a 329 milioni allineando da un lato i bond di Atene al loro valore di mercato e dall'altro tenendo conto anche dell'ulteriore piano di ristrutturazione che spinge ora Generali a svalutare anche i titoli ellenici con scadenza dopo il 2020. Le svalutazioni sulle azioni sono pari a 495 milioni, 143 dei quali su Telco. Pesa insomma l'«uragano finanziario senza precedenti», per usare le parole del direttore finanziario del Leone, Raffaele Agrusti. «Ha colpito in particolare l'Italia, il nostro primo paese di attività - ha ricordato -. Ma i nostri coefficienti di solvibilità mostrano radici solide con rami flessibili». «Non stiamo subendo passivamente i mercati finanziari - ha chiarito poi - ma giochiamo le nostre carte in modo attivo preparando il nostro portafoglio di investimenti per il futuro». A testimoniare la tenuta dell'andamento industriale è in particolare l'utile operativo, che resta stabile (-1%) a 3,1 miliardi. Nei danni, tra l'altro, l'andamento operativo segna una decisa crescita (+36,4% a 1,2 miliardi). La raccolta è in leggera flessione (-4,6% a 51,3 miliardi), ma soprattutto per la politica avviata lo scorso anno di privilegiare nel vita i prodotti maggiormente redditizi (la raccolta così scende nel vita del 7,7% a 34,4 miliardi). I premi danni vanno invece bene e crescono del 2,3% a 34,4 miliardi. L'obiettivo sul risultato operativo atteso a fine anno dato a marzo era tra i 4 e 4,7 miliardi, ma il gruppo conferma di poter raggiungere almeno i 4 miliardi: «È un obiettivo ambizioso - ha detto Agrusti -, ma oggi come oggi ci sentiamo di confermarlo, anche tenuto conto dell'ottimo andamento dei rami danni su cui siamo ottimisti anche nell'ultimo trimestre». «Non vedo motivi per cambiare la guidance sul dividendo» al 40% degli utili, ha detto poi il group Ceo Giovanni Perissinotto segnalando che nonostante la volatilità nei coefficienti di solvibilità legati ai mercati, il gruppo «ha una generazione di risultato operativo e di cash flow evidente, come emerge al momento, e solida».