Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

Ue: nel 2013 niente pareggio di bilancio. Van Rompuy dal Cav

Bruxelles, sede del Parlamento europeo

  • a
  • a
  • a

La Commissione europea non prevede che l'Italia possa raggiungere il pareggio di bilancio entro il 2013, secondo quanto emerge dalle previsioni economiche di autunno pubblicate oggi. Bruxelles stima che nel 2013 ci sarà ancora un passivo nel bilancio pubblico, pari allo 0,5% del Pil. Anche le stime adattate a cambiamenti del ciclo economico confermano che il bilancio pubblico avrà un passivo dello 0.4% nel 2013. Il deficit, si legge nel documento della Commissione, si attestera' invece all'1,2% del Pil nel 2013, restando quindi al di sotto della soglia del 3%. Quanto all'avanzo primario, che non tiene conto degli interessi pagati sul debito, è stimato in crescita dello 0,9% rispetto al Pil, grazie alle misure di consolidamento adottate nel 2008, 2010 e 2011. Gli interessi sul debito sono stimati in aumento dello 0,4% rispetto al Pil, e sono dovuti "al premio di rischio aumentato sul debito pubblico italiano". Nel capitolo sull'Italia è citato anche il problema degli "spread": "un fattore che pesa particolarmente sulle prospettive di crescita del paese è il forte aumento degli spread fra i titoli pubblici italiani e gli indicatori tedeschi, attorno al 350-400 punti per i decennali - è scritto - in seguito all'intensificarsi della crisi del debito sovrano nell'Eurozona". Berlusconi incontra Van Rompuy Il presidente del Consiglio dei Ministri incontrerà domani alle 20.30 a Palazzo Chigi, il presidente del Consiglio europeo.    Le stime di Bruxelles per l'autunno L'Italia nel 2012 avrà una crescita economica quasi azzerata con un incremento del Pil limitato allo 0,1%, che salirà al +0,7% nel 2013. E' la stima formulata dalla Commissione Europea nelle Previsioni di Autunno che segnano una drastica revisione al ribasso rispetto al +1,3 stimato per il prossimo anno nelle Previsioni di Primavera. L'Italia nel 2012 registrerà inoltre un deficit pubblico in calo al 2,3% del Pil che, a politiche invariate, scenderebbe ulteriormente all'1,2% l'anno successivo mancando così il programmato pareggio di bilancio. Secondo le stesse previsioni il debito pubblico resterà stabile nel 2012 al 120,5% del Pil con un calo l'anno successivo, sempre a politiche invariate, al 118,7%.   Lagarde: "Chiarezza politica". La direttrice del Fondo Monetario Internazionale, Christine Lagarde, ha sollecitato un chiarimento politico in Italia, osservando che l'incertezza su chi succederà al premier dimissionario, Silvio Berlusconi, "favorisce in modo notevole la volatilità" dei mercati. La Lagarde ha parlato da Pechino, a margine di una missione per incontrare i vertici cinesi. "Nessuno capisce esattamente chi sara' il nuovo premier e la confusione favorisce in modo notevole la volatilità", ha osservato nel corso di una conferenza stampa. "Cosi' dalla mia prospettiva, la chiarezza politica favorisce maggiore stabilità e il mio obiettivo, dal punto di vista del Fondo, è che più stabilità c'è, meglio è", ha aggiunto parlando delle crisi politiche in cui si dibattono Italia e Grecia. Più in generale l'ex ministro delle Finanze francese ha detto di ritenere che le autorità cinesi siano pronte a lasciare che lo yuan si apprezzi ulteriormente, come richiesto da quanti accusano Pechino di tenere la propria moneta artificiosamente bassa per dare un vantaggio all'export. "Da quel che capisco, le autorità sono pronte a lasciare che l'apprezzamento dello yuan continui nei mesi e negli anni a venire. Certamentente, dalla nostra prospettiva, con l'obiettivo della stabilita e di una crescita solida, bilanciata e sostenibile che vogliamo, chiaramente e' qualcosa che accogliamo con favore e che incoraggiamo".   Gli Stati Uniti credono nell'Italia. "L'Italia non è la Grecia, è un Paese grande, e un Paese ricco. Atene ha un problema di solvenza, l'Italia ha più un problema di liquidità". Barack Obama non ha dubbi. Al termine di una delle giornate più difficili per i conti italiani, con il crollo della Borsa e l'esplosione dello spread, il presidente americano, parlando con l'Ansa e altri media usa in lingua spagnola, dalla Casa Bianca lancia un messaggio di speranza. Osserva che il nostro Paese "può far fronte al proprio debito". "Tutto ciò - aggiunge - a patto che i mercati non abbiano una crisi di fiducia sulla vostra volontà politica e la capacità di non perdere il controllo del sistema". Il suo ragionamento su queste ultime ore concitate parte da quanto è accaduto a Cannes e sul ruolo più deciso che deve assumere l'Unione Europea. "Durante la riunione del G20 - sottolinea il presidente - ho richiesto in maniera molto forte che l'Europa assuma i passi necessari per spezzare l'effetto contagio prodotto dalla paura che stiamo vivendo". Detto questo, rispondendo a una domanda dell'Ansa sulla crisi italiana, aggiunge: "Io farei una distinzione tra un paese come la Grecia e l'Italia. Il primo ha realmente un problema di solvenza, ha un grosso debito, e deve intraprendere decisioni molto dure, e a lunga scadenza, se vuole rimanere in Europa. E ciò vale anche se esce dall'Europa, se intende veramente riuscire a risolvere questo problema. L'Italia, invece - chiarisce Obama - ha più un problema di liquidità, è un Paese grande e ricco, è la terza economia europea, l'ottava al mondo, dove ci sono molte persone ricche. Un paese che può far fronte al proprio debito, a patto che i mercati non abbiano una crisi di fiducia sulla volontà politica e la capacità di non perdere il controllo del sistema". Poi lancia un appello alle cancellerie europee, in particolare a Parigi e Berlino, richiamandole ad assumersi le loro responsabilità fino in fondo: "Quello che stiamo provando a chiedere a tutta l'Europa, in primis Francia e Germania che hanno maggiore influenza, è raggiungere un accordo con la Grecia in modo serio. E credo che ci stanno provando. Poi, rispetto all'Italia, - conclude Obama - è necessario che l'Europa invii un segnale chiaro ai mercati che lei stessa farà la sua parte, accertandosi così che l'Italia superi questa crisi di liquidità. Sinora l'Europa non ha messo in essere le strutture che possano assicurare ai mercati questa fiducia. Non è troppo tardi, ma bisogna muoversi in modo aggressivo".

Dai blog