Edf pronta all'Opa Edison ma senza pagare premi
Edfnon intende fare regali ai soci di minoranza di Edison e se, come appare, sarà costretta a promuovere un'offerta di acquisto sul flottante del gruppo, intende farlo pagando il meno possibile. L'intesa raggiunta con i soci italiani di Edison per il riassetto, che consegnerà ai francesi il controllo di Foro Buonaparte, resta infatti condizionata al fatto che la Consob non chieda a Edf di pagare premi per rilevare le minorities, in totale un 20% del capitale, di cui un 10% detenuto dalla Carlo Tassara di Romain Zaleski. «Il completamento dell'operazione è in ogni caso soggetto alla conferma da parte di Consob circa l'applicabilità, in caso di Opa obbligatoria, della metodologia di determinazione del prezzo del titolo Edison pari alla media dei 12 mesi precedenti», si legge nella nota con cui A2A ha dato conto dell'intesa siglata giovedì scorso a Parigi, e che dovrà essere trasformata in un accordo puntuale entro il 30 novembre. La normativa prevede che, in assenza di acquisti sul titolo nell'ultimo anno, il prezzo dell'opa sia pari al prezzo «medio ponderato di mercato degli ultimi 12 mesi». Nel caso di Edison, ad ora, circa 0,85 euro per azione. E così la borsa ha subito preso le misure: il titolo ha perso il 3,53% a 0,82 euro. Le «braccine corte» di Edf, oltre che ai piccoli soci, rischiano di far male alla Tassara che ha le azioni in carico a 1,49 euro. A meno di non accettare una minusvalenza di oltre 300 milioni, la holding di Zaleski dovrà rassegnarsi a tenere le azioni, sperando in tempi migliori. Un dilemma anche per le banche creditrici del finanziere (Intesa e Unicredit ) che speravano nel riassetto per incassare una parte importante dei 3 miliardi di debiti della holding.