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Disoccupazione in crescita. I giovani soffrono

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Unapercentuale dietro cui si trovano oltre due milioni di senza lavoro. Cifre che riportano l'Italia indietro di un anno, visto che per ritrovare un tasso così alto bisogna risalire al novembre 2010. E il quadro peggiora se si guarda ai giovani, con quasi uno su tre in cerca di un posto. Gli under 25 che in Italia sono a caccia di un impiego sono, infatti, il 29,3%. Si tratta del livello più alto dal 2004, ovvero da quando sono iniziate le serie storiche. Insomma le stime provvisorie dell'Istat descrivono un mercato del lavoro in difficoltà. Ma non è solo l'Italia a soffrire, a settembre la disoccupazione rialza la testa in tutto il Vecchio continente, con l'Eurostat che registra un tasso di senza lavoro pari al 10,2% nell'Eurozona e al 9,7% nell'intera Ue. Quindi Roma riesce a mantenersi abbondantemente sotto la media europea. Il discorso cambia, però, se si fa riferimento ai giovani, con la Penisola che si piazza ai vertici della lista dei Paesi che scontano i più alti tassi di disoccupazione giovanile. Un'altra piaga è rappresentata dagli inattivi. A settembre l'Istat, infatti, segna peggioramenti su tutti i fronti: crescono le persone alla ricerca di un impiego (+76 mila in un solo mese); calano gli occupati (-86 mila); e aumentano coloro che nè hanno un posto nè lo cercano, gli inattivi (+21 mila). Inoltre, nonostante nell'ultimo mese il rialzo della disoccupazione e la diminuzione dell'occupazione abbiano interessato sia la componente femminile che quella maschile restano profonde differenze. Basti pensare che le donne che lavorano sono ferme a quota 46,1%; le disoccupate, invece, sono il 9,7%. Ma il divario maggiore sta nell'inattività, che colpisce quasi una donna su due (48,9%). D'altra parte la schiera degli inattivi conta oltre 15 milioni di persone. Preoccupate sono le reazioni dei sindacati. La Cgil parla di «voragine occupazionale» che testimonia «il fallimento» del un governo. Per la Cisl siamo il «peggioramento» mostra «come la proposta di facilitare i licenziamenti economici sia del tutto fuori contesto». Sulla stessa linea la Uil, che esorta ad «intervenire», e l'Ugl che avverte sul rischio di «allarme sociale». Quanto alla "questione femminile " il ministro per le Pari Opportunità, Carfagna, sottolinea che l'impegno a sostenere le donne c'è e ed è una priorità per il governo.

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