La crisi non tocca le cedole Fiat
Ilmanager del Lingotto conferma che, entro l'anno, acquisirà,come previsto dal piano, un ulteriore 5% della casa di Detroit, che ha contribuito in misura così rilevante alla crescita degli utili del gruppo consentendo di raggiungere «il più alto risultato operativo dal 1999». Marchionne spiega che l'ipo di Chrysler richiede stabilità dei mercati e che questa al momento non c'è. Quanto a una fusione, «nessuna fretta»: «Per un'integrazione dal punto di vista dell'azionariato - afferma - abbiamo tempo per vedere quale sia la soluzione migliore. Tutte le possibilità sono sul tavolo e dovremo scegliere quella più vantaggiosa per gli azionisti». La semplificazione della struttura azionaria non prelude a operazioni straordinarie, chiarisce Marchionne: nessuna intenzione, insomma, di vendere Fiat Industrial che, anzi, è pronta a possibili alleanze. Per il mercato dell'auto è un momento non facile. Nessun timore, per il manager italo-canadese, di perdere quote in Brasile e l'impegno «a mettere risorse in Asia» per completare il puzzle della presenza Fiat sui mercati mondiali. Una geografia che si è modificata rispetto a un anno fa dopo il consolidamento di Chrysler: il Nord America è passato dal 3 al 47% dei ricavi, l'Europa è scesa dal 57 al 28%, il Mercosur dal 32 al 17%. Per l'Italia, dove il mercato dell'auto si presenta per il 2012 «come il più difficile dei prossimi anni» Marchionne conta sul lancio dei nuovi modelli previsti, ma ribadisce la necessita di «mantenere il più alto livello di flessibilità degli impianti». E qui torna in maniera abbastanza chiara il nodo delle relazioni sindacali: «Sono fiducioso che supereremo l'impasse relativo agli stabilimenti italiani di Fiat abbiamo fatto tutto il possibile e non possiamo fare di più. I problemi riguardano un'organizzazione che non rappresenta più di un lavoratore su dieci». A Piazza Affari, alla luce della trimestrale che ha mostrato un indebitamento industriale netto in forte crescita a 5,8 miliardi il titolo ha perso il 4,98%. In controtendenza le Industrial (+0,66%) con le risparmio e le privilegiate (+34,04% e +36,06%) che corrono, così come quelle della Spa (+19,35% e +17,06%), dopo l'annuncio della conversione in ordinarie. E sul tema della semplificazione della struttura azionaria di Fiat Industrial, con la riduzione ad una sola classe di azioni (quelle ordinarie) rispetto alle attuali tre (ordinarie, risparmio e privilegiate) l'ad Marchionne ha spiegato rispondendo alle domande di un analista finanziario che «non è legata a possibili operazioni straordinarie». Quanto alla gamma di prodotti il numero uno del Lingotto ha affermato che il 2012 sarà un anno molto vivace per i modelli (Fiat-Chrysler) e ancora di più lo sarà negli Usa». Marchionne ha risposto così agli analisti che gli chiedevano «lumi»sulla sue dichiarazioni improntate alla cautela quanto al lancio di nuovi prodotti in un mercato che non tira. «In Europa il mercato era debole nel 2010 e lo sarà anche di più nel 2011, quando c'è stato anche uno spostamento verso i segmenti più alti in quanto il mercato tedesco è quello che andava bene - ha spiegato Marchionne - ultimamente stiamo vedendo un ripristino della distribuzione dei volumi così ritengo che nel 2012 il mercato sarà migliore e accoglierà meglio i nuovi modelli».