Eni regina del fatturato nel 2010 Seguono Enel ed Exor
i.Il gruppo del Cane a Sei Zampe guida la classifica con 98,5 miliardi di fatturato (in forte crescita, +18,4%). Al secondo posto segue Enel a 71,9 miliardi (+15,1%) ed Exor (58,9 miliardi, +12,3% dei quali 35,8 generati da Fiat). Il podio delle aziende più produttive del Paese arriva dalla ricerca annuale dell'Ufficio studi di Mediobanca su 990 bilanci del 2010 delle maggiori società italiane. Un dossier dal quale emerge che il gruppo guidato dall'ad Paolo Scaroni, grazie alla ripresa del prezzo del greggio del 29% in dollari l'anno scorso, ha concretizzato un giro d'affari superiore del 37% a quello del secondo classificato, ovvero l'Enel che cresce soprattutto grazie al definitivo consolidamento di Endesa. Tra le prime dieci Esso italiana (+25,8% di fatturato) ha superato le Poste (-1,75) mentre più in basso in classifica Erg sconta la cessione di asset a TotalErg e vede scendere il fatturato da 6 a 5,4 miliardi, con conseguente caduta dalla 12esima alla 21esima posizione, il salto maggiore tra i grandi gruppi industriali. Guadagna una posizione la Pirelli, che passa dalla 25esima alla 24esima posizione con un aumento del 19,2% a 4,8 miliardi scalzando, seppure di poche decine di milioni, il gruppo Cofide di De Benedetti che scende dalla 23esima alla 25esima posizione, pur in presenza di una progressione dei ricavi del 12,6%. Non brillano particolarmente le aziende alimentari, premiate dal business anticiclico nel 2009: la maggiore resta Parmalat che con un progresso di vendite dell'8,5% mantiene la 27esima piazza a 4,3, mentre Barilla cede marginalmente fatturato (-1,7%) che le costa comunque due posizioni (dalla 26esima alla 28esima) nella classifica generale. Il gruppo Marcegaglia segna una crescita assai pronunciata passando dalla 47esima alla 29esima posizione. Eni (6,3 miliardi di profitti) ed Enel (4,3 mld) sono anche campioni per redditività e guidano la top ten dell'utile netto, che vede Telecom (3,1 mld) al terzo posto, Poste al quarto (1,01 mld) e poi nell'ordine Terna (614 milioni), Unilever Italia (565 mln), Costa Crociere (504 mln), Finmeccanica (493 mln), Exor (434 mln) e Luxottica (402 mln). Se si considera la redditività calcolata guardando al margine operativo netto (il dato che considera l'attività industriale senza le variabili finanziarie o gli eventi straordinari) nel 2010 il risultato peggiore è stato quello di Thyssenkrupp (-151 milioni di euro, pari al 6,6% del fatturato) che precede in questa non invidiabile classifica la Esso (-140 milioni, 1,3% del fatturato). Seguono la Lucchini (-108 milioni, 5,7% del fatturato), Alitalia (-77 milioni, 2,4% del fatturato), Shell Italia (-52 milioni) e Fintecna (-42 milioni), il cui azionista pubblico la accomuna alla Rai (-22 milioni). Considerando invece anche le variabili finanziarie (soprattutto le svalutazioni), la perdita netta più rilevante del 2010 è stata quella di Seat Pagine Gialle che ha accusato un segno negativo di 667,4 milioni di euro al 60,1 del fatturato causato dall'abbattimento di avviamenti per 674 milioni di euro. Seguono la Lucchini a 648,1 milioni di euro (34,4% del fatturato), anche in questo caso per svalutazioni pari a circa 550 milioni, e la De Agostini, che ha segnato una perdita netta di 560 milioni pari al 14,9% del giro d'affari, per l'allineamento di valore delle quote in Generali.