Fitch non spaventa Marchionne «Obiettivi confermati per il 2012»
L'ad di Fiat non è sorpreso dal taglio del rating e boccia gli scioperi
Mal'amministratore delegato Sergio Marchionne, parlando alla presentazione delle nuove Thema e Voyager, guarda con fiducia al futuro: «La cosa importante è che nel 2011 saremo in linea con le aspettative. So che il futuro è buono non credo che dovremo spostare i numeri per il 2012. Non ci sono conti separati di Fiat e Chrysler, per me esiste un unico gruppo». Insomma, i target del prossimo anno restano confermati, anche perché il declassamento è tutt'altro che una sorpresa. «Stiamo vedendo - prosegue - che i downgrade sono distribuiti su tutti i settori e i Paesi. Adesso che il livello di incertezza è alto e non ci sorprendiamo di niente. Il mercato si è fatto una propria idea sul profilo di rischio di questi asset. Ci stiamo abituando a un nuovo modo di gestirlo, per questo siamo così attivi nella raccolta di capitale». Ma il taglio del rating non è l'unico tema nell'agenda dell'ad di Fiat. Così, ad esempio, Marchionne conferma che l'Alfa Romeo sbarcherà negli Stati Uniti nel 2013 e da lì partirà il rilancio che porterà poi ad un ritorno in Europa. Quindi ribadisce che, nonostante le dichiarazioni dell'amministratore delegato di Agco, Cnh (l'azienda del gruppo che copre il settore delle macchine agricole) «non è in vendita». E dopo aver assicurato che Fiat ha «abbastanza liquidità per far fronte alle nostre necessità per un po' di tempo» («Penso che avremo questi problemi in Europa finché non migliorerà il mercato») e aver spiegato che al momento l'obiettivo deve essere quello di «mantenere la quota in America Latina e negli Stati Uniti», Marchionne si concentra su ciò che sta accadendo in Italia. A partire dalla protesta degli indignati. «È un problema da gestire - spiega -, non lo metto in dubbio. Bisogna capire la composizione della protesta. C'era parecchia gente a Roma che era lì per altri obiettivi. Sono situazioni non facili questo è veramente un momento difficile, è importante il comportamento dell'Europa e ancora di più quello dell'Italia. Lo abbiamo visto con gli scioperi in Grecia per due giorni, sono cose che non risolveranno niente. Scioperare, protestare non serve a niente». Men che meno lo sciopero proclamato domani dalla Fiom: «È un non senso, veramente una cattiva idea. Non è certo un modo giusto per incoraggiare gli investimenti in Italia. Se la maggioranza dei nostri lavoratori ci dicesse che non siamo bene accetti ce ne andremmo, ma non credo che sarà così». In ogni caso, avverte, i sindacati devono mettersi in testa che non potranno conoscere i dettagli dei modelli: «Anche al sindacato Uaw non ho dato alcuna indicazione sui modelli. La prassi internazionale è di non farlo». Immediata la reazione dei metalmeccanici della Cgil. «Le parole di Marchionne confermano le buone ragioni della protesta» commentano il leader della Fiom Maurizio Landini e il responsabile Auto Giorgio Airaudo.