Imprese confiscate alla mafia da proteggere
Sonoimprese che normalmente sopravvivono muovendosi al di fuori dei confini della legalità. L'impatto con l'azione dell'amministratore giudiziario, improntata a rimuovere le irregolarità, va accompagnato con un regime fiscale e previdenziale agevolato unito al mantenimento delle linee di credito». A lanciare l'allarme è Domenico Posca, presidente dell'Istituto Nazionale degli Amministratori Giudiziari (Inag) che si riunisce oggi a Roma per il primo Congresso di categoria. «Il presupposto è che centinaia di posti di lavoro, know-how, impianti produttivi non possono andare dispersi. L'obiettivo dell'Inag è provare ad invertire la tendenza e salvare le aziende sequestrate, perché una volta sottratte all'appartenenza criminale occorre mantenerle sul mercato: aumentano infatti i costi che vengono scaricati sul conto economico. Si verifica, inoltre, un irrigidimento del rapporto con i fornitori e con il sistema bancario, quando occorre confermare le linee di credito. Un conto è punire il mafioso che ha fatto nascere un'azienda tramite proventi illeciti, ma l'azienda in quanto tale ha diritto di andare avanti, se ha la forza di farlo». Il fatturato annuo delle mafie italiane è stimato in 170-180 miliardi di euro uguale al Pil di Estonia, Romania, Slovenia e Croazia messo insieme. Il Fmi stima che l'attività di riciclaggio del denaro mafioso sia in Italia di 118 miliardi di euro. Il denaro pulito, al netto della spesa di riciclaggio, è di circa 90 miliardi. Ogni giorno una massa enorme di denaro passa dalle mani degli imprenditori italiani a quelle dei mafiosi: qualcosa come 250 milioni di euro al giorno, 10 milioni l'ora, 160 mila euro al minuto. Un rapporto del Censis rileva in quattro regioni meridionali (Sicilia, Calabria, Campania e Puglia) presenza mafiosa in 610 comuni con una popolazione di 13 milioni di abitanti, pari al 22% della popolazione italiana e al 77% della popolazione delle 4 aree. «L'entrata in vigore del Codice Antimafia - evidenzia il consigliere Inag Efrem Romagnoli - rielabora, coordinandole organicamente in un unico testo, tutte le norme, anche di natura patrimoniale - mediante sequestri e confische - che, a partire dalla Legge 575/65, si sono succedute nel tempo in materia di contrasto alla criminalità organizzata. In questo quadro si inserisce l'attività degli amministratori giudiziari".