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Sviluppo, mistero sui dodici condoni Via al Cdm. E' scontro sulle pensioni

Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi (S) e il leader della Lega Umberto Bossi

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Da una parte l'Europa, dall'altra la Lega: Silvio Berlusconi, reduce dal primo dei due vertici europei previsti a Bruxelles per questa settimana, deve fare i conti con i richiami dei partner e, sul fronte interno, con i nyet di Rosi Mauro. I primi intenzionati a ottenere dall'Italia una nuova riforma delle pensioni, per risistemare i conti e riacquistare credibilità, la seconda che, a nome del Carroccio, avverte: giù le mani dalle tasche dei pensionati e dei lavoratori. Prima il Presidente del Consiglio vede Giorgio Napolitano, anche lui ansioso di delucidazioni, poi convoca un Consiglio dei Ministri straordinario, per le 18 di oggi. Straordinario il Cdm, straordinari due verti europei a così breve distanza l'uno dall'altro: la situazione deve essere affrontata subito, e senza tergiversare. Lo dice il portavoce della Commissione Esecutiva Europea, Amadeu Altafaj, fin dal primo mattino: l'Europa si aspetta dall'Italia un pacchetto completo di misure per la crescita e un preciso calendario per la sua attuazione. Devono essere previste "tutte quelle misure che possono contribuire ad aumentare il potenziale di crescita dell'economia italiana, facilitando l'attività delle imprese, quindi anche attraverso il sistema giudiziario", avverte, "tutte quelle riforme strutturali che possono contribuire alla creazione di ricchezza e di posti di lavoro in Italia". Insomma, ci si muova e, come emerso 24 ore prima a Bruxelles, si metta mano alla previdenza. Quasi contemporaneamente il Presidente della Repubblica, impegnato in una cerimonia pubblica, lascia prima del previsto la sala del Vittoriano dove si parla di unità d'Italia e rientra al Quirinale. Il motivo, fa sapere, sono impegni legati agli esiti del vertice europeo. Come dire: questo l'ordine del giorno dei lavori con il premier. Nel frattempo arriva l'alzata di scudi della Lega. "E' assolutamente impossibile pensare di mettere mano alle pensioni", reagisce Rosi Mauro, nonostante ancora ieri sera Berlusconi abbia detto che Bossi avrebbe capito la situazione,. Secondo la Mauro "Se qualcuno pensa di andare a toccare ancora una volta i lavoratori e i pensionati sbaglia di grosso. Si facciano le riforme necessarie ma senza toccare chi ha già dato abbondantemente durante tutti questi anni. Giù le mani dai lavoratori e dai pensionati". La posizione della Lega è stata ribadita dallo stesso ministro dell'Interno Roberto Maroni. "Vedremo oggi cosa succederà in Consiglio dei ministri, sentiremo quali sono le richieste e poi valuteremo. Noi però abbiamo una posizione molto chiara sulla riforma delle pensioni: abbiamo già dato, i pensionati hanno già dato", ha detto Maroni. "L'Europa può chiedere tutto - ha concluso il ministro - ma poi dipende se ci sono le condizioni perché i governi nazionali votino". Il Ministero del Tesoro smentisce la bozza del nuovo decreto che prevedrebbe 12 condoni allo studio del governo, incluso il concordato fiscale e la sanatorie del canone Rai. "Nelle anticipazioni stampa vi sono norme non contenute nel provvedimento di sviluppo - precisano - su cui sta lavorando il ministero dello Sviluppo economico. In particolare notizie riguardanti l'esistenza nel testo di 12 condoni sono del tutto infondate". Nella bozza, smentita dall'Mse, sarebbero 12 le sanatorie previste e all'esame del Consiglio dei Ministri. Si andrebbe dalla possibilità di integrare le dichiarazioni relative ai periodi di imposta per i quali i termini di presentazione sono scaduti entro il 30 settembre 2011, alla definizione delle liti pendenti con il pagamento di somme di denaro, alla riduzione delle sanzioni e degli interssi dovuti per i ritardati pagamenti di tributi locali fino alla regolarizzazione del canone Rai e dei manifesti politici abusivi. In una nota intanto il premier ribatte che "nessuno in Europa può dare lezioni all'Italia". Berlusconi risponde alle polemiche scoppiate ieri dopo la conferenza stampa durante la quale il premier francese Sarkozy e la Cancelliera tedesca Merkel avrebbero riso del Cav. "Stiamo facendo qualche timido passo avanti per un governo dell'area euro, ma resta ancora molto da fare - dice il premier - La Germania di Angela Merkel è consapevole di questo, e il suo lavoro si avvarrà della nostra leale collaborazione. Nessuno nell'Unione può autonominarsi commissario e parlare a nome di governi eletti e di popoli europei. Nessuno è in grado di dare lezioni ai partner". Poi aggiunge: "Faremo il pareggio di bilancio nel 2013 e nessuno ha alcunchè da temere dalla terza economia europea, e da questo straordinario paese fondatore che tiene cara la cooperazione sovranazionale almeno quanto la sua orgogliosa indipendenza". "Quanto alle turbolenze da debito sovrano e da crisi del sistema bancario, in particolare franco-tedesco, abbiamo posizioni ferme, che porteremo al prossimo vertice dell'Unione" spiega il Cav. "L'euro è l'unica moneta che non abbia alle spalle, come il dollaro o la sterlina o lo yen, un prestatore di ultima istanza disposto a difendere strutturalmente la sua credibilità di fronte all'aggressività dei mercati finanziari. Questa situazione va corretta una volta per tutte, pena una crisi che sarebbe crisi comune di tutte le economie europee. Stiamo facendo qualche timido passo avanti per un governo dell'area euro, ma resta ancora molto da fare. La Germania di Angela Merkel - prosegue Berlusconi - è consapevole di questo, e il suo lavoro si avvarrà della nostra leale collaborazione. Nessuno nell'Unione può autonominarsi commissario e parlare a nome di governi eletti e di popoli europei. Nessuno è in grado di dare lezioni ai partner. D'altra parte l'insieme della classe dirigente italiana, se vuol essere considerata tale, invece che un coro di demagoghi, dovrebbe unirsi nello sforzo dello sviluppo e delle necessarie riforme strutturali sulle quali il governo ha preso e sta per prendere nuove decisioni di grande importanza". "I partiti italiani abbandonino il catastrofismo" dice il premier. "Sarebbe un bene se l'Italia dei partiti e delle fazioni si scrollasse di dosso le vecchie abitudini negative, e per una volta si mettesse a ragionare in sintonia con il paese reale abbandonando il pessimismo e il catastrofismo".

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