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Trichet cede lo scettro. Draghi è il nuovo "re dell'Euro"

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Trichet e Draghi

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Francoforte diventa per un giorno il punto della cartina d'Europa in cui si crea la storia. Nel palazzo dell'Opera della città tedesca l'uomo che negli ultimi anni ha retto le sorti dell'euro, Jean Claude Trichet, passa idealmente le consegne al nuovo presidente della Bce, Mario Draghi. Che prenderà possesso del suo ufficio solo dal primo novembre. Ma l'addio del banchiere francese segna anche il punto di svolta, di salvezza o di fallimento, della stessa divisa unica. Piuttosto che una cerimonia malinconica all'insegna del ricordo, è l'occasione per un'altra giornata operativa sul fronte della crisi: fra la cerimonia e il successivo concerto c'è tempo per un vertice straordinario con la cancelliera tedesca Angela Merkel, fra gli invitati, e il presidente francese Nicolas Sarkozy, volato a Francoforte all'ultimo istante, poco dopo essere diventato papà, per fare il punto sulla crisi, assieme ai vertici europei e al direttore generale del Fmi Christine Lagarde. Presente anche Draghi ben consapevole che il suo intervento deve essere di altro tenore. Da Helmut Schmidt gli arriva l'attestato di stima: sono «certo» - dice l'ex cancelliere - che «manterrà la rotta». «Conosco bene la qualità e la competenza professionale di Mario Draghi», aggiunge il presidente della Commissione Ue Josè Manuel Barroso. Ma Draghi dedica tutto il suo discorso al successore, cui è toccato «il compito e il periodo più difficile dalla creazione» della Bce, dice rivolgendosi al banchiere francese dopo aver ripercorso gli anni passati insieme, a partire da quando Trichet era al Tesoro francese, culminati nella stesura del Trattato di Maastricht. Sei stato dice Draghi a Trichet «il primo, il più veloce» ad agire, probabile riferimento alla decisione della Bce di intervenire con una maxi-iniezione di liquidità per prima nell'agosto 2007, alle prime avvisaglie della Grande Crisi. Ma c'è anche un altro messaggio ben preciso nel discorso del prossimo presidente della Bce: l'Eurotower, con Trichet, «è diventata custode della disciplina fiscale. E non ci può essere stabilità senza disciplina fiscale». I tedeschi sono rassicurati, non ci sarà nessuna indulgenza con un presidente italiano. Tra le prime sfide di Draghi quella di vegliare il potenziamento del fondo salva Stati dagli attuali 440 miliardi di euro ai mille o 2 mila messi in conto da Francia e Germania che avrebbero già siglato un'intesa. Non sarà facile. Nelle attuali condizioni gli stati Ue sono già indebitati e non possono accendere altri prestiti. Difficile stampare moneta per non atterrire i tedeschi con il possibile ritorno di inflazione. Tra i problemi ci sarà sicuramente anche la ripartizioni tra gli Stati. Forse converrà essere tra i Pigs, i paesi più a rischio. Oforse ci salveranno gli Eurobond. Da far sottoscrivere ai Paesi emergenti.

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