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La Germania affossa i listini europei

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Un operatore finanziario alla Borsa di Milano

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I listini del Vecchio Continente arretrano, con Milano maglia nera. In rosso anche Wall Street. Sull'andamento pesano una serie di informazioni negative arrivate in giornata, che hanno vanificato l'entusiasmo dell'apertura sull'ottimismo di una soluzione della crisi del debito europea entro il 23 ottobre, al termine del prossimo vertice dell'Ue, come indicato nell'ultimatum lanciato dal G20 di Parigi. Tra i dati macro pesa in particolare quello sull'indice dell'industria manifatturiera elaborato dalla Federal Reserve di New York. A ottobre si è attestato a -8,5 dal precedente -8,8, gli economisti si aspettavano -4. Notizia che va ad aggiungersi alle dichiarazioni del ministro delle Finanza della Germania, Wolfgang Schäuble, secondo cui il 23 ottobre non arriverà una decisione finale sul programma di salvataggio dell'Eurozona. L'obiettivo, ha sottolineato Schauble, è trovare una soluzione sostenibile per l'ultraindebitata Atene, ovviamente anche attraverso un «coinvolgimento del settore privato». Considerato il rischio di contagio, gli istituti di credito dovranno essere forniti del capitale necessario, ha concluso il ministro tedesco. «Il taglio dei rimborsi ai creditori della Grecia dovrà essere superiore al 21% stabilito a luglio» dice. «Una soluzione duratura della crisi del debito greco - ha dichiarato il ministro federale alla televisione pubblica Ard all'indomani dell'ultimatum del G20 all'eurozona - non si potrà trovare senza una svalutazione del debito, che probabilmente dovrà essere più alta di quella prevista quest'estate. I dettagli si stanno già discutendo. Non tutto dovrà essere già definito per il vertice europeo del 23 ottobre, ma il principio dev'essere chiaro». Al G20, Schauble aveva dichiarato che è necessario concedere più tempo alle banche, rispetto alle ipotesi che stanno circolando, per dar loro la possibilità di cercare di ottenere sui mercati le risorse necessarie a effettuare i rafforzamenti patrimoniali richiesti. Dichiarazioni a cui hanno fatto seguito quelle del cancelliere Angela Merkel che ha definito «un sogno impossibile» sperare che il prossimo meeting europeo possa portare a un accordo che risolva tutti i problemi della crisi del debito. In questo clima poco roseo va inserita anche la posizione del Fondo sovrano della Cina che esclude di considerare investimenti in banche europee in assenza di condizioni di trasparenza. Acqua fredda, quindi, sull'ottimismo di inizio mattina quando i listini davano fiducia alle capacità dell'Eurozona di adottare misure definitive sulla crisi al termine del vertice straordinario del 23 ottobre, come indicato nel week end dai ministri finanziari del G20 che hanno lanciato un ultimatum ai Paesi dell'area euro per agire ed evitare un effetto contagio su altre economie. La notizia ha impattato anche sul mercato obbligazionario con lo spread BTp-Bund risalito a quota 360 punti base da 350. Mentre l'euro si è indebolito da 1,389 dollari a 1,384.  

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