Tutta colpa dei mercati vampiri
Mai come nella giornata di ieri i giovani e meno giovani italiani hanno messo in piazza, con la propria marcia, grandi ragioni ideali ed altrettanto grandi interessi materiali. La marcia degli "indignati" ha, infatti, come obiettivo la messa in stato d'accusa del capitalismo finanziario che ha trasformato geneticamente il proprio ruolo. Da un'essenziale infrastruttura al servizio della produzione di beni e servizi, fonte della diffusione del benessere, la finanza internazionale si è trasformata in un'industria a se stante sottraendo all'economia reale (industria, lavoro, commercio) grandi margini di profitto. E come se non bastasse il suo intreccio con la grande informazione ne ha fatto una forza politica capace di grandi offensive di persuasione sia attraverso i media sia con l'utilizzo di grandi quantità di danaro. Ciò di cui stiamo parlando è il neo capitalismo finanziario che in 20 anni ha avuto la capacità di creare nelle grandi democrazie occidentali una piccola élite forte di grandi ricchezze la cui fonte poco o nulla ha a che fare con la "fatica" della produzione e nel contempo un crescente impoverimento del ceto medio oltre che l'aumento di quanti vivono al di sotto della soglia di povertà. Effetti di massa così gravi per qualità e quantità li abbiamo visti agli albori dell'industrializzazione. E l'establishment delle grandi democrazie occidentali ha osservato e osserva, con rare eccezioni culturali e politiche, un silenzio complice dinanzi a questo scempio finanziario che sta mettendo in discussione il valore dell'economia di mercato e la stessa democrazia per come l'abbiamo conosciuta e vissuta per quasi due secoli nell'intero occidente. Economia di mercato e democrazia politica, infatti, sono da duecento anni le leve del progresso, della crescita economica dei paesi e della sottrazione alla povertà di grandi masse popolari. È quello che oggi sta avvenendo nell'est del mondo a cominciare dalla Cina nella quale il capitalismo finanziario è tenuto a bada, però, da un sistema politico autoritario favorendo così una crescita del benessere per milioni di persone. Nell'occidente sta accadendo il contrario perché la nuova signoria della finanza internazionale ha preso il sopravvento sulla politica ed è responsabile di quelle drammatiche diseguaglianze sociali che sono oggi alla base delle ragioni degli indignati. Ma perché questo è potuto accadere nell'occidente democratico e liberale? Perché da 20 anni una miope politica nata negli Usa e subito trasferitasi in Europa ha realizzato una deregolamentazione dei mercati finanziari su vasta scala con il conforto di quel pensiero unico che parlava di una capacità degli stessi mercati di autoregolamentarsi. Questa follia dolosa culturale e politica ha consentito ai protagonisti dei mercati finanziari di diventare i "nuovi vampiri" del mondo con il colpevole silenzio delle autorità di controllo. La grande crisi finanziaria scoppiata nell'agosto del 2007 con i mutui sub prime americani ha messo dunque a nudo la grande rapina che il capitalismo finanziario da anni persegue nei paesi ad economia di mercato a discapito delle famiglie e delle imprese. È naturale quindi che gli indignati prendano di mira i santuari della finanza speculativa a cominciare dalle banche d'affari come la Goldman Sacks personificando addirittura nel povero Mario Draghi, ieri governatore della banca d'Italia domani presidente della BCE, uno dei protagonisti, suo malgrado, di questo capitalismo finanziario di rapina coccolato, peraltro, da una politica debole e spesso collusa e tutelato, per dolo o per imperizia, dalle banche centrali. Non è retorica se diciamo che ieri con quelle migliaia di ragazze e ragazzi abbiamo iniziato a sfilare anche noi ma la stupida violenza di piccoli gruppi ha rischiato di vanificare il valore ideale di questa marcia e spostare il consenso dell'opinione pubblica sulla sponda dei vampiri del terzo millennio.