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Tremonti mette gli statali a dieta

Il ministro dell'Economia Tremonti

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Dovranno tirare ancora di più la cinghia i dipendenti pubblici. E questa volta non solo in senso figurato. Già, molto probabilmente una buona percentuale di travet dovrà rinunciare alla pausa pranzo. Per motivi economici però e non di dieta. La legge di stabilità, infatti, approvata ieri dal Consiglio dei ministri e che di fatto sostituisce la vecchia legge Finanziaria, prevede che non possano essere corrisposti buoni pasto se la «durata effettiva della prestazione lavorativa è inferiore a 8 ore». La scure sui ticket potrebbe colpire una parte consistente e degli impiegati pubblici, poiché il loro orario lavorativo settimanale è di 36 ore (7 ore e 12 minuti al giorno). E se i dipendenti che lavorano con lo stesso orario spalmato su cinque giorni (7,12 ore al giorno, appunto) rischiano di perdere fino a un massimo di 154 euro in un mese (il calcolo è fatto sui 7 euro di ticket dei ministeri moltiplicato per 22 giorni lavorativi), le persone che lavorano con un orario modulare potrebbero perdere meno o addirittura nulla. Nel caso infatti in cui si lavori due giorni per 6 ore e tre giorni per 8 ore (con i cosiddetti rientri pomeridiani) di fatto si mantengono i tre ticket settimanali che si prendono adesso, perché appunto in quei giorni si lavorano almeno 8 ore. Sul numero delle persone colpite dal provvedimento (che esclude comunque coloro che lavorano nella sicurezza, difesa e soccorso pubblico) non c'è per ora una stima, ma la Cgil ritiene che circa la metà dei dipendenti pubblici lavorino con un orario giornaliero di 7 ore e 12 e senza rientri. A perdere anche i cittadini che si servono di ospedali molto vecchi. Infatti i fondi per ristrutturare gli ospedali italiani non arriveranno. Dalle tabelle per la legge sulla stabilità un miliardo di euro per questa voce non è stato più scritto come invece promesso al ministro della Sanità Ferruccio Fazio. Attenuati invece i tagli al settore della sicurezza e delle forze armate. Il risparmio inizialmente previsto sul settore sicurezza era di circa 550 milioni di euro, dimezzato dopo il Consiglio dei ministri di ieri, come ha rivendicato Maroni. Il quale ha ringraziato il premier Berlusconi e il ministro dell'Economia, perché in questo modo «si può garantire il funzionamento del sistema nel 2012». La Russa, da parte sua, ha rilevato che il 50% del gettito proveniente dall'asta per le frequenze andrà alla diminuzione dei tagli nei vari ministeri, «ma con priorità al comparto Sicurezza e Difesa». Sempre in tema di finanza pubblica dopo il record storico di luglio, il debito pubblico italiano è tornato a scendere per la prima volta in cinque mesi e sotto la soglia dei 1.900 miliardi di euro, infranta a giugno. È quello che emerge dal Supplemento al Bollettino statistico della Banca d'Italia, secondo cui il debito ad agosto si è attestato a 1.899,553 miliardi, in calo di oltre 10 miliardi rispetto ai 1.911,769 miliardi di luglio. Intanto le entrate tributarie, nei primi otto mesi del 2011, si sono attestate a quota 250,079 miliardi di euro, in crescita del 2,38% rispetto al corrispondente periodo del 2010.

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