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«Meno tasse e fisco giusto per la crescita»

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Insiemea riforme strutturali e istituzionali in un contesto di equità». Il governo è al lavoro con le misure di sviluppo. Che ne pensa? Fin dalle avvisaglie della crisi, già nel 2007, avevamo espresso serie riserve sulla politica governativa dei due tempi: prima il risanamento dei conti pubblici e poi il sostegno alla crescita. I fatti ci danno ragione. Potevamo e dovevamo fare di più sul fronte della crescita economica e occupazionale già allora. Se oggi le riforme strutturali a costo zero fanno parte dell'agenda del governo, non si capisce come all'epoca non si potesse agire. Anche lei dà la colpa al governo? Dico solo che poteva operare meglio e prima. Anche l'Ue ha fatto errori strategici. C'è stata per anni un'attenzione predominante al tasso d'inflazione in funzione di un euro forte che ha danneggiato la competitività. Quindi, quali sono le misure decisive che voi auspicate? Per la Confsal sono due gli assi su cui lavorare per la crescita: la lotta dura, e supportata anche da norme penali, all'evasione e all'elusione fiscale, nonché al lavoro sommerso e minorile; la riduzione delle tasse sul lavoro a favore di lavoratori e imprese. Siamo, invece, contrari alla patrimoniale, perché si tratterebbe di una duplicazione dell'imposizione fiscale sulla ricchezza, e colpirebbe il risparmio. Noi, a una patrimoniale, preferiremmo una maggiore tassazione delle rendite di posizione. Perseguire l'evasione fiscale e combattere il lavoro sommerso sono più che una priorità per la Confsal. Le prospettive dell'Italia in Europa dipendono dalla capacità di liberarsi dall'illegalità sociale, fiscale e contributiva. A chi dovrebbe andare il recupero di queste risorse? Per noi dovrebbe sollevare l'attuale pressione fiscale per lavoratori e imprese. Con due esiti. Quello economico, di una maggiore crescita attraverso l'aumento della domanda interna, del risparmio e dell'investimento. Quello etico, di abbattere l'iniquità fiscale. Avete fatto un manifesto per la crescita da oggi sui muri di Roma. È un manifesto chiaro e semplice che punta al recupero dello "storico" ruolo primario dell'Italia in Europa. La Confsal, pur condividendo l'obiettivo del pareggio del bilancio pubblico al 2013, contesta le iniquità delle manovre finanziarie per lavoratori e pensionati e le pesanti penalizzazioni per i lavoratori del pubblico impiego. E in parallelo rivendica investimenti strategici, un'equa riforma fiscale incentrata sulla riduzione di imposte e tasse per lavoratori, imprese e pensionati - anche attraverso un'incisiva lotta a evasione, elusione e sommerso - e una spesa pubblica libera da sprechi e ruberie insopportabili per l'invadenza della politica. Qual è, in conclusione, il messaggio al Governo? Il Governo deve trovare il coraggio di affrontare la crisi con adeguate riforme strutturali e istituzionali in un contesto di trasparenza ed equità sociale.

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