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Pininfarina non produrrà più auto Fuori in 127

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Anchelo stabilimento di San Giorgio Canavese, l'ultimo rimasto, chiude: l'azienda non può ricorrere più agli ammortizzatori sociali e 127 lavoratori, in gran parte colletti bianchi, saranno licenziati. Rimarranno le attività legate allo stile, alla ricerca, alla costruzione di prototipi e di vetture speciali. Dalle fabbriche Pininfarina sono usciti modelli che hanno fatto la storia dell'auto: dalla Duetto, prodotta dagli anni '60 fino al 1993, alla superpremiata Peugeot 406 coupè alla Ferrari testa rossa negli anni '80. Fino al 2010 la produzione è andata avanti: ultime vetture sono state la Focus Coupè-Cabriolet per Ford e e le Alfa Romeo Breda e Spider. Dei tre stabilimenti di carrozzeria, tutti nel torinese, alla Pininfarina ormai restava poco: a inizio 2010 è stata ceduta alla De Tomaso di Gianmario Rossignolo la fabbrica di Grugliasco con i suoi 900 lavoratori, quest'anno è stata data in affitto quella di Bairo Canavese alla torinese Cecomp che produce per il finanziere francese Vincent Bollorè la Blue Car, l'auto elettrica fortemente voluta da Andrea Pininfarina prima della prematura scomparsa nell'agosto 2008. Unico presidio industriale era ormai quello di San Giorgio con 250 dipendenti, da dove l'ultima vettura è uscita alla fine dell'anno scorso. A Pininfarina resta ora il Centro Stile e Ingegneria di Cambiano, quartiere generale del gruppo, la galleria del vento di Grugliasco, dove si fa ricerca aerodinamica e aeroacustica, le sedi in Germania, Marocco e Cina. «Con la cessazione dell'attività industriale di Pininfarina - commenta Giorgio Airaudo, responsabile Auto della Fiom - si perde la possibilità di produrre auto elettriche anche per il mercato italiano». Airaudo ricorda che la Cecomp produce auto elettriche per il servizio di car sharing entrato in funzione a ottobre a Parigi: «poteva esserci la stessa domanda per città come Roma, Milano e anche Torino, invece si perde una produzione industriale con un marchio storico».

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