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Saccomanni: mi sento un po' milanese

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Ilcandidato interno, il direttore generale Fabrizio Saccomanni, ha scelto una risposta indiretta al leader della Lega Umberto Bossi, schierato apertamente per il «tremontiano» Vittorio Grilli perché «milanese». Saccomanni la esprime mentre ritira il premio Alumnus 2011 nel tempio dell'eccellenza milanese:l'università Bocconi. Lui, studente romano di quell'università negli anni '60, ricorda che la sua «carriera è iniziata a Milano, sia all'università che in Bankitalia», accenna anche a qualche frase in dialetto meneghino e spiega: quelli «sono stati gli anni formativi, che mi hanno dato una impostazione che riconosce l'importanza della politica economica come elemento di guida delle attività dei mercati, ma in ottica liberista». Un'ottica secondo la quale «i mercati - aggiunge - debbono essere lasciati liberi di esprimere le loro scelte operative». Malgrado infatti una carriera tutta interna alla Banca d'Italia (che vanta anche numerose esperienze internazionali), Saccomanni non ha mai reciso i legami con la Bocconi e con quell'esperienza formativa. L'altro candidato, Grilli, il premio «bocconiano dell'anno» l'ha ricevuto nel 2005 e i suoi legami con l'università sono stati sempre più noti, così come quelli con il mondo finanziario della città e della galassia del Nord. Rapporti rinsaldati nella recente fase di crisi economica in cui il Tesoro ha a lungo dialogato con gli istituti di credito, e poi con gli incarichi di Grilli nel gestire la vicenda dei debiti della Grecia in mano alle banche private europee. Lìattenzione resta così puntata sulle decisioni del premier Silvio Berlusconi che dovrebbe sciogliere la riserva e indicare il nome al Consiglio Superiore della Banca d'Italia. Il ministro degli esteri Franco Frattini si rifiuta di fare candidati perché il totonomi, dice, «danneggia l'istituzione, che è indipendente e che deve rimanere indipendente dalla politica. Io non partecipo al totonomine».

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