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Fmi: in Italia crescita deludente

Il direttore generale del Fmi Christine Lagarde e il ministro dell'Economia Giulio Tremonti

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La crescita in Italia è "deludente" per questo servono misure per promuoverla. Lo ha rilevato il Fondo monetario internazionale nel suo Economic Outlook sull'Europa. L'Fmi ha sottolineato comunque che i conti pubblici del nostro Paese non sono mai stati meglio di ora. "Negli ultimi 20 anni crescita deludente". Per il Fondo l'Italia - ha spiegato durante la presentazione del rapporto il responsabile per l'Europa del fondo Antonio Borges - non è cresciuta per niente: è fondamentale che la determinazione mostrata dal governo italiano per migliorare i conti pubblici venga applicata anche per la crescita. Molte riforme in Italia potrebbero liberare un enorme potenziale", ha aggiunto. "Sarebbe molto importante che il governo italiano facesse al più presto un annuncio di misure per promuovere la crescita": lo ha proseguito Borges. "E' fondamentale che la determinazione mostrata dal governo italiano per migliorare i conti pubblici - ha osservato - venga applicata anche per la crescita. Molte riforme in Italia potrebbero liberare un enorme potenziale". "I conti sono buoni, il problema è la crescita". I conti infatti non sono mai stati meglio di ora, ha detto ancora Borges che ha ricordato che l'Italia "ha un avanzo primario persino migliore di quello della Germania". Ancora in Italia e Spagna "i più elevati costi degli interessi sul debito sovrano", assieme alle misure di risanamento dei conti pubblici e alle "aumentate tensioni sulle banche" costituiranno, secondo il Fondo Monetario Internazionale "ostacoli ulteriori su una attività già modesta". L'obiettivo è ristabilire la fiducia in Italia e Spagna soprattutto per riportare gli investitori su questi mercati. Intanto i ministri delle finanze europee stanno prendendo in considerazione le strade per una ricapitalizzazione coordinata delle banche. Lo ha detto al "Financial Times" il Commissario europeo agli Affari economici e monetari, Olli Rehn. "C'è una crescente condivisione sulla necessità di un approccio concertato e coordinato in Europa. Tra i ministri c'è un senso di urgenza e sappiamo che dobbiamo procedere", ha spiegato aggiungendo che "i capitali delle banche europee devono essere rafforzati per raggiungere margini più ampi di sicurezza e quindi ridurre l'incertezza". Secondo Rehn "questo sarebbe parte integrante della strategia europea per riportare fiducia e uscire dalla crisi".  

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