L'euro butta giù le Borse Ue
Atene mette paura alle borse continentali che vanno tutte giù sul timore che il default greco faccia deflagrare definitivamente la moneta unica. Un disastro che ora anche Cina e Inghilterra considerano possibile e con ricadute troppo pesanti per l'intera economia mondiale. Che intanto, secondo una delle agenzie di rating più importanti, Fitch, avrà una crescita nel 2011 più bassa del previsto. Secondo l'agenzia di rating quest'anno la crescita globale sarà del 2,6% rispetto al +3,1% stimato in precedenza. Per Fitch, inoltre, sono aumentate le probabilità di una nuova recessione mondiale. Il colpo di scure è arrivato anche per le previsioni sull'Italia, per la quale è prevista un'espansione 2012 dello 0,2% dal precedente 1%%. Giù anche le previsioni relative al 2013, allo 0,6% rispetto al precedente 1,6%. Mentre è invariata a 0,7% la stima 2011. Le borse sulla scorta delle indicazioni sono tornate in deciso rosso su entrambe le sponde dell'Atlantico, con l'euro ai minimi da gennaio sotto 1,33 dollari a causa dei timori per la crisi del debito. Le piazze europee hanno chiuso in netto calo, con Francoforte di nuovo maglia nera a causa delle pesanti perdite per il comparto bancario e finanziario. Gli indici europei hanno chiuso ai minimi dell'ultima settimana sui timori, che tornano ad affiorare dopo essere stati allontanati la scorsa settimana, di un default della Grecia. I mercati hanno accolto così il mancato rispetto dei target concordati da Atene con la «troika» Ue-Fmi-Bce, anche se secondo indiscrezioni sarebbe a portata di mano un accordo sul «collaterale» che Atene deve fornire a garanzia del suo salvataggio, che a sua volta sbloccherebbe rapidamente il secondo pacchetto europeo di salvataggio della Grecia. L'incertezza è nuovamente elevata nonostante le recenti rassicurazioni di Berlino sulla volontà di non arrivare al default. E così l'euro è scivolato ai minimi da gennaio a 1,3271 dollari e le borse hanno tremato: l'indice Eurostoxx 50 ha perso l'1,90% in chiusura, Francoforte segna -2,28%, Parigi -1,85%, Londra cede l'1%, Madrid il 2,28% e Milano l'1,36%. In Europa hanno sofferto soprattutto i bancari, con la franco-belga Dexia che è arrivata a perdere il 20% fra scambi pesanti a causa dell'esposizione al rischio ellenico. In particolare il consiglio di amministrazione sarebbe stato convocato in una riunione d'emergenza in cui non si esclude lo spezzatino. Lo ha scritto il Financial Times citando alcune fonti vicine alla situazione dell'istituto, che starebbe considerando l'ipotesi di creare una «bad bank» cui far confluire gli asset più svalutati della banca. Male sono andate le banche tedesche con la Commerzbank che ha fatto -7,3% a Francoforte. Barclays (-3,2% a Londra) e a Parigi Société Générale (-5,2%). E i timori che la crisi del debito finisca per intaccare la crescita globale indeboliscono i Big mondiali delle materie prime come Bhp Billiton e Rio Tinto. A Milano la seduta è stata difficile, con il Ftse Mib che lascia sul terreno l'1,31% appesantito dal tonfo di Fiat Industrial (-5,74%), Fiat Spa (-3,22%), Bpm (-5,99%) e Unicredit (-3,12%), ma ha evitato un altro tonfo grazie alla corsa (-10%) di Fonsai. Non va molto meglio negli Usa, dove nonostante i dati macroeconomici incoraggianti hanno sofferto le banche (-1,66% Jp Morgan, -4,74% Bank of America) ma anche colossi industriali come Alcoa (-5%) e Caterpillar (-3%). Intanto tengono gli spread di Italia e Spagna, rispettivamente a 372 e 330 punti nonostante la Bce abbia ridotto ulteriormente, a 3,8 miliardi, gli acquisti di titoli di Stato la scorsa settimana.