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S&P's taglia il rating della Priovincia di Roma

Standard&Poor's taglia il rating di sette banche italiane

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Per primo, una settimana fa, è arrivato l'avvertimento di Moody's: l'ultima manovra del Governo rischia di avere conseguenze negative sul rating delle Regioni e dei Comuni italiani. Il giorno dopo Standard & Poor's ha deciso di tagliare il rating sul debito italiano, portandolo da A+ ad A. Oggi l'avvertimento di sette giorni fa si è tramutato in realtà: Standard and Poor's ha tagliato il "voto" a undici enti locali. Per l'esattezza, l'agenzia internazionale di valutazione dell'affidabilità creditizia ha abbassato da A+ ad A, con outlook negativo, il rating delle Province di Mantova e di Roma, delle Regioni Sicilia, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Umbria e Marche, delle città di Genova, Bologna e Milano. Per la città di Torino, invece, è stato rivisto da stabile a negativo l'outlook, mentre è stato confermato ad A il rating sul debito a lungo termine. Immediata la levata di scudi di sindaci e presidenti di Province e Regioni. Molti si sono affrettati a dire che l'abbassamento del rating è la dimostrazione del danno che le misure assunte dal governo stanno producendo agli enti locali e ai cittadini. Per i più benevoli (o più vicini alla maggioranza di governo) la causa sta nell'inevitabile ripercussione di una situazione finanziaria nazionale e internazionale particolarmente delicata. Chiede di allentare i vincoli del Patto di stabilità "che non ci permettono di investire i 250 milioni di euro che abbiamo in cassa", l'assessore della Provincia di Roma alle Politiche Finanziarie, Antonio Rosati. Il presidente facente funzioni dell'Anci, Osvaldo Napoli, mette in guardia: l'abbassamento del rating avrà come inevitabile corollario l'aumento delle tasse che i cittadini saranno chiamati a pagare per gli interessi sul debito dei Comuni. "Un aumento che non è però imputabile in alcun modo agli amministratori locali - osserva Napoli - bensì a scelte prese a livello nazionale". "Il declassamento di S&P è la dimostrazione che ciò che diciamo è vero: l'accanimento del governo sugli enti locali non può che produrre questi risultati", puntualizza Graziano Delrio, vicepresidente Anci.  Il sindaco di Torino, Piero Fassino, rileva come "è urgente aprire un tavolo sia per la revisione del patto di stabilità sia per l'adozione di misure correttive al decreto governativo". "Purtroppo quando tutto il sistema Paese non va, nessuno ce la può fare", fa notare il sindaco di Genova, Marta Vincenzi. "Effetti negativi potrebbero esserci solo nel caso dell'accensione di nuovi mutui. Visto però che anche le banche italiane sono state di recente declassate, il differenziale non muta", osserva l'assessore al Bilancio del Comune di Milano, Bruno Tabacci. Per il sindaco di Bologna, Virginio Merola, "paghiamo le conseguenze di una questione nazionale. Non c'è‚ una specificità del Comune".   Parla di "decisione attesa" il presidente della Regione Emilia Romagna, Vasco Errani, il quale resta convinto che "questa Regione abbia in sé le risorse per uscire dalla crisi, purchè vi sia a livello nazionale un quadro di scelte forti e di sviluppo che accompagnino l'intero Paese". "Il taglio è automatico quando si declassa l'Italia anche se i nostri conti sono a posto", è il secco commento del governatore della Liguria, Claudio Burlando.  Il rating intrinseco assegnato da Standard & Poor's alla Regione Friuli Venezia Giulia è AA, ma, a causa del declassamento del rating dell'Italia, il valore ufficiale è stato rivisto da A+ ad A, precisa l'assessore alle Finanze del Friuli Venezia Giulia, Sandra Savino.  "La Regione Umbria, insieme agli altri enti locali, è costretta a pagare per l'inaffidabilità dei conti pubblici dello Stato", sostiene l'assessore al Bilancio, Gianluca Rossi. "I nostri esperti finanziari hanno dimostrato che, se le Marche fossero state uno Stato indipendente, il nostro rating sarebbe stato superiore, pari ad AA- invece che ad A+", fa sapere il presidente della Regione Marche, Gian Mario Spacca. "Il declassamento del rating è la prevedibile e diretta conseguenza della caduta di credibilità del nostro Paese - commenta l'assessore della Regione siciliana all'Economia, Gaetano Armao - le responsabilità vanno trovate nel Governo nazionale che ha sottovalutato il problema fin dal suo insediamento". L'assessore al Bilancio della Provincia di Mantova, Massimo Dell'Aglio, critica il declassamento: "Non lo meritiamo, perché il nostro è un ente virtuoso".

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