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Crisi, scontro Usa-Ue

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Barack Obama

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Sale molto la temperatura dello scontro Usa-Europa sulle iniziative da prendere per affrontare la crisi. Intanto, la Germania ridà speranza alla Grecia e sprona l'Italia a fare di più, mentre la Commissione Ue accelera sul varo di un nuovo sistema di tassazione sulle transazioni finanziarie. Questi gli elementi principali di un'altra giornata svoltasi all'insegna di una crisi di cui, nonostante i recuperi registrati dalle Borse, non si riesce a intravedere ancora una vera soluzione. Il botta e risposta tra il presidente Obama e il suo ministro del tesoro Tim Geithner e dall'altra il presidente dell'Eurogruppo Jean-Claude Juncker e il ministro delle finanze tedesco Wolfgang Schaeuble arroventa i rapporti transatlantici . L'ennesima strigliata degli Stati Uniti all'Europa per sottolineare che l'Ue deve cominciare a muoversi per affrontare una crisi del debito "che sta danneggiando la crescita ovunque" non è andata giù ai notabili dell'euro. Al centro del confronto tra le due sponde dell'Atlantico c'è l'aumento delle risorse del fondo salva-Stati. Gli Usa sostengono che sia indispensabile un forte aumento della sua dotazione, i Paesi dell'Eurozona no. I toni concilianti del portavoce di Olli Rehn («siamo in costante contatto con gli Usa anche se non siamo d'accordo su tutto") sono stati travolti dalle bordate sparate da Juncker ("non accettiamo lezioni da oltreoceano, il fallimento di Lehman Brothers non è stato certo colpa dei disoccupati greci, è scandaloso che spesso si dimentichi la vera origine della crisi") e da Schaeuble. "Non credo che i problemi dell'Europa siano gli unici che hanno gli Stati Uniti anche se Obama pensa il contrario", ha detto il ministro tedesco. Il quale ha colto l'occasione per ricordare all'Italia e agli altri Paesi in difficoltà l'urgenza di rimettere a posto i conti e fare le necessarie riforme strutturali. Oggi vertice Merkel-Papandreou, il leader greco è andato dalla cancelliera per sondare di persona il terreno sulle intenzioni della Germania nei confronti del salvataggio del suo Paese dopo il varo dell'ennisimo piano lacrime e sangue. "La Grecia è sulla buona strada con il piano di privatizzazioni e le riforme politiche e amministrative", ha detto Merkel allontanando, almeno per il momento, lo spettro del fallimento di Atene. "La situazione è difficile - ha comunque riconosciuto la cancelliera - perché la strada dall'Unione dei debiti all'unione della stabilità richiede una maggiore solidarietà all'interno dell'Unione europea e dell'eurogruppo". Sul fronte greco della crisi Juncker, parlando nell'emiciclo del Parlamento europeo, ha ribadito un secco "no" a qualsiasi ipotesi di uscita di Atene dall'euro ed ha pronosticato il ritorno della Troika Ue-Bce-Fmi ad Atene per domani, o al massimo per giovedì. Anche se ha ricordato che non ci sono i tempi affinchè una decisione sulla concessione della sesta tranche del prestito alla Grecia venga presa dall'Eurogruppo in programma per il tre ottobre a Lussemburgo.

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