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Fmi, Tremonti: lavorare sulla crescita

Fmi, il ministro dell'Economia Giulio Tremonti e Vittorio Grilli  del Tesoro

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"Abbiamo messo i conti in sicurezza. Abbiamo messo la casa in ordine. E tutti qui ce lo riconoscono. Ora bisogna lavorare di più sulla crescita". Nei giorni forse più difficili per Giulio Tremonti, in cui il suo ruolo viene messo in discussione nella sua stessa parte politica, il ministro dell'Economia rivendica con forza i risultati raggiunti con la sua cura per risanare le finanze pubbliche. PREVISIONI MIGLIORI DI ALTRI Da Washington - dove ha partecipato ai lavori dell'assemblea annuale del Fondo monetario internazionale (Fmi) insieme ai partner del G20 - non fa il minimo accenno alle polemiche italiane, alla bufera che lo ha coinvolto dopo la sua assenza in aula nel giorno del voto sul caso Milanese. Lascia parlare i numeri, mandando un messaggio non solo ai mercati - che in questo momento non sembrano nutrire molta fiducia nei confronti del nostro Paese - ma anche a chi in Patria vorrebbe si facesse da parte, desse le dimissioni. I numeri sono quelli dell'Fmi. Tremonti - che al suo terzo giorno nella capitale statunitense si fa finalmente vivo coi giornalisti - sventola la tabella in cui si mostra la progressione con cui nei prossimi anni crescerà l'avanzo primario italiano, grazie all'opera di risanamento da lui attuata: dal -1,0% del 2009, l'anno della recessione, allo 0,5% previsto per quest'anno, al 2,6% previsto per il 2012, fino al 4,6% atteso per il 2016. Il ministro sottolinea come si tratti di previsioni migliori di quelle di tanti altri Paesi europei, a partire da Germania e Francia. "Abbiamo forse l'avanzo primario migliore in Europa. E l'avanzo primario - spiega - è uno degli indicatori più forti per la stabilità di un Paese, uno dei parametri a cui faceva sempre riferimento Ciampi". VISTI MEGLIO DA FUORI Qualcuno prova a chiedergli del suo futuro. Ma Tremonti è una sfinge: "All'estero, come consuetudine, parlo di questioni internazionali", taglia corto. Poi, pur non nascondendo le difficoltà in cui si dibatte anche il nostro Paese, fa la sua analisi: "Come al solito l'Italia viene vista molto meglio dal di fuori che dall'Italia stessa". Per il ministro, infatti, secondo i numeri dell'Fmi "siamo messi molto meglio di quanto si possa immaginare e i nostri conti sono valutati positivamente. Abbiamo fatto molto più di altri e ora dobbiamo fare di meno. Abbiamo fatto di necessità virtù. Certo - aggiunge - possono arrivare shock esterni. Ma il bilancio è solido e sta in piedi anche senza crescita". Proprio sulla crescita, però, si concentrano gli attuali sforzi, ricorda Tremonti, convinto che il rafforzamento della ripresa economica in Italia possa arrivare solo con una "azione collettiva". Così come l'Europa, epicentro della crisi mondiale, "può farcela" solo mettendo in campo "strumenti straordinari". "Non bisogna fare l'errore - avverte - di affrontare una situazione straordinaria con mezzi ordinari".  Finita la conferenza stampa il ministro - che affronta anche il tema degli investimenti cinesi spiegando di non aver chiesto aiuti - appare sorridente, e si lascia anche a qualche battuta. Lo aspetta il volo che lo riporterà in Italia dove lo attendono giorni difficili. E da Roma Washington sembrerà molto lontana.  

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