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Il rebus della manovra bis

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Il ministro dell'Economia Giulio Tremonti

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Il Tesoro è intervenuto ufficialmente ieri sera per spegnere sul nascere le possibili speculazioni sulla necessità di una possibile manovra aggiuntiva tra 5 e 10 miliardi di euro per compensare la ridotta crescita del Pil. Sì, ha spiegato una nota di via XX settembre, la crescita sarà più lenta per l'Italia ma non ci sarà bisogno di una nuova correzione dei conti. E questo perché - ha aggiunto il ministero - la manovra varata ad agosto è «pienamente sufficiente per raggiungere il pareggio di bilancio nel 2013». Non solo. Ci sarà anche un «ampio avanzo primario» che consentirà di iniziare a ridurre il debito. Stamattina dunque il Governo presenterà la nota di aggiornamento del Def (il Documento di economia e finanza) che registrerà un rallentamento del Pil italiano rispetto alle ultime previsioni. La crescita dovrebbe così essere fissata, in linea con quanto previsto dalle istituzioni internazionali e dalla Commissione europea, allo 0,7%, cioè 0,4 punti in meno rispetto all'1,1% dell'ultima previsione ufficiale. Più o meno la crescita tra le diverse previsioni si attesterebbe in una forchetta tra 0,6% e 0,8%. Ma non si dovrà procedere a un'altra manovra di aggiustamento. Certo uno dei fronti su cui si dovrà lavorare è quello dell'evasione fiscale. L'economia sommersa in Italia infatti vale 275 miliardi all'anno, quasi un quinto della ricchezza prodotta dal Paese. Il dato è contenuto nel Rapporto del Gruppo di lavoro sull'Economia non Osservata, istituito presso il Ministero dell'Economia, e guidato da Enrico Giovannini, presidente dell'Istat, in vista della riforma fiscale. Il rapporto è stato presentato proprio alla commissione Finanze della Camera da Giovannini che ha invitato a porre un freno ai condoni che dovrebbero essere ammessi solo con un accordo bipartisan. La Commissione Finanze, impegnata nell'esame della delega fiscale, si arrovella nella ricerca di risorse, visto che alcune delle coperture (aumento Iva, aumento aliquote sulle rendite) sono state già usate nella manovra di agosto. Dalla lotta all'evasione possono giungere tali risorse. La Relazione non ha fornito cifre su di essa (non era compito del Gruppo di lavoro) ma ha quantificato il «Pil sommerso», che non comprende l'economia illegale o quella informale (come la studentessa che fa la baby-sitter): ebbene, esso si è attestato nel 2008 tra 255,4 e 275,0 miliardi, cioè tra il 16,3% e il 17,5% del Pil.

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