Borse Ue a picco, Milano meno 4,62% Mercati giù dopo l'allarme della Fed
Borse europee e Wall Street in picchiata all'indomani del meeting della Fed che ha espresso pessimismo sull'economia Usa. Vola lo spread tra i Btp decennali e i bund che dopo aver superato i 410 punti si assesta sotto quota 400, riavvicinandosi ai massimi dall'introduzione dell'euro: il differenziale tra i decennale italiano e tedesco si è allargato a 412 punti, con il tasso di rendimento del Btp in rialzo di 8 punti base al 5,84%. Lo scorso agosto scorso, prima che scattassero gli acquisti della Bce a sostegno dei titoli italiani a spagnoli, lo spread Btp-Bund aveva raggiunto il record di 416 punti base con il rendimento del decennale italiano che aveva superato la soglia del 6%. E anche oggi la Banca centrale europea ha comprato titoli di Stato italiani senza però indicare i volumi degli interventi. La crisi morde senza freno le Borse. Da Parigi (-5,25%) a Wall Street (Dow Jones perde il 3,51% a 10.734,81 punti, il Nasdaq cede il 3,25% a 2.455,67 punti mentre lo S&P 500 lascia sul terreno il 3,18% a 1.129,67 punti) è un'ondata di vendite. E indicazioni negative sono arrivate anche dal settore manifatturiero cinese, così come in calo si è mostrato l'indice Pmi della Germania. Tra i dati macroeconomici hanno pesato anche le richieste di sussidio di disoccupazione negli Stati Uniti scese meno delle stime. Lo scivolone di oggi è costato caro alle principali Borse del Vecchio Continente che hanno bruciato 270 miliardi di euro con l'indice d'area Stxe 600 che ha ceduto il 4,63%. Seduta nera per la Borsa di Milano, che in giornata ha bruciato 15,3 miliardi e ha ridotto la sua capitalizzazione a 316 miliardi di euro, con un calo del 4,62% dell'indice All Share che fotografa il listino completo di Piazza Affari. Oltre a Milano, non è andata meglio a Londra (-4,67%) e Francoforte (-4,96%). Banche, materie prime ed euro sotto pressione. A livello continentale la decisione di Moody's di tagliare il giudizio sul debito di Bank of America, Wells Fargo, Citigroup ha pesato sul settore bancario (sottoindice Dj Stoxx -5,75%) con i cali a doppia cifra di Dexia (-11,4%) e Lloyd's (-10%). Sotto pressione sono finite anche le materie prime con l'indice di settore (-8,9%) sceso ai minimi da dicembre 2008. Ed è sprofondato anche l'euro, arrivato ai minimi di gennaio sul dollaro con gli investitori che si rifugiano nel biglietto verde. La moneta europea è scesa fino a 1,3385 dollari, segnando il livello più basso dal 19 gennaio scorso, prima di risalire a 1,3450 sul finire degli scambi. Rispetto allo yen, l'euro ha perso l'1,1% scivolando fin sotto quota 103 per la prima volta da giugno del 2001. Con il crollo di oggi superano quota 100 i miliardi mandati in fumo nell'estate nera dei mercati: alla vigilia del venerdì nero dell'8 luglio, il primo di una lunga serie, il valore totale del mercato telematico azionario della Borsa italiana ammontava a 430 miliardi di euro. Il Ftse Mib, con una flessione del 4,52%, è sceso a sua volta oggi a 13.481 punti e si è riportato ai minimi dell'anno (la peggiore chiusura del 2011 sono i 13.474 punti dello scorso 12 settembre) nonché sui livelli di marzo 2009. Manifatturiero col freno tirato. Non ha contribuito a migliorare l'umore dei mercati l'indice dell'attività manifatturiera nei Paesi dell'Eurozona che scende a settembre ai minimi da agosto 2009. Per l'Italia, in controcanto, arriva un buon apprezzamento da parte del commissario Ue agli Affari economici e monetari. Olli Rehn, da Washington dove stanno per aprirsi i lavori del G20 finanziario, ha detto: "Non mi aspetto che l'Italia abbia bisogno di prestiti di emergenza dall'Ue e dal Fmi". "Se saranno necessari, gli interventi sul mercato secondario dei titoli di stato dovrebbero essere in grado di dare sollievo all'Italia", ha aggiunto. Il piano austerity della Grecia. Timori in Ue sono dettati anche dalla crisi in Grecia. Oggi ad Atene c'è stata alta tensione con lo sciopero generale dei trasporti e le manifestazioni di piazza contro le nuove misure di austerity volute dal governo di George Papandreou al fine di scongiurare la bancarotta. Il premier ha avvertito che "non esiste altra strada se non la bancarotta, e avrebbe conseguenze pesanti per ogni famiglia". Tra le misure deliberate, ci sono il taglio del 20% per le pensioni sopra i 1.200 euro e la cassa integrazione per 30 mila dipendenti pubblici entro la fine dell'anno. La Ue, ha assicurato nel frattempo Rehn, non consentirà un "default incontrollato" della Grecia o una sua uscita dall'eurozona in quanto ciò "causerebbe enormi danni economici e sociali".