Il Tesoro rivede al ribasso il Pil
In linea con i principali organismi internazionali anche l'Italia ha ridotto le previsioni sulla crescita dell'economia nei prossimi anni. Nel 2011 l'aumento del Pil si fermerà allo 0,7%, una stima inferiore rispetto all'1,1% previsto lo scorso aprile. E le cattive notizie sull'economia italiana proseguiranno anche l'anno prossimo quando il prodotto interno lordo continuerà a calare e crescerà soltanto dello 0,6% (rispetto all'1,3%), per poi risalire allo 0,9% nel 2013 e raggiungere un modesto 1,2% nel 2014. Le nuove stime macroeconomiche sono contenute nella Nota di aggiornamento al Def, approvata dal Consiglio dei ministri e trasmessa al Parlamento, documento nel quale viene comunque garantito che le manovre approvate dal governo saranno sufficienti al conseguimento del pareggio di bilancio nel 2013. La manovra complessiva "è coerente - si legge nel documento - con il raggiungimento del pareggio di bilancio nel 2013" e consentirà il conseguimento di "un ampio avanzo primario nel 2013 idoneo a porre il debito pubblico su uno stabile sentiero discendente". Con l'anticipo di un anno dell'azzeramento dell'indebitamento cambiano anche le previsioni sul deficit/Pil che quest'anno si attesterà al 3,9%, l'anno prossimo all'1,6%, per raggiungere il pareggio (0,1%) nel 2013. In lieve aumento anche le previsioni sul debito in rapporto al Pil: quest'anno raggiungerà il 120,6%, il 119,5% l'anno prossimo e inizierà a scendere nel 2013 quando si attesterà al 116,4% e nel 2014 al 112,6. Nonostante la minor crescita, invece, l'avanzo primario è atteso in progressivo aumento dallo 0,9% del Pil previsto per quest'anno al 5,7% nel 2014. In peggioramento invece la pressione fiscale che risentirà degli aumenti di entrate delle manovre. Quest'anno il peso delle tasse salirà al 42,7%, al 43,8% nel 2012, al 43,9% nel 2013 e al 43,7% nel 2014. Nelle precedenti stime la pressione veniva vista al 42,5% nel 2011, al 42,7% nel 2012, al 42,6% nel 2013 e al 42% nel 2014. Questi scenari, insieme all'andamento incerto del mercato del lavoro e l'inflazione in ascesa, non potranno non avere effetti negativi anche sui consumi degli italiani che sono previsti in rallentamento. Una volta archiviata la manovra e assicurato il raggiungimento del pareggio di bilancio gli obiettivi dell'esecutivo sono prevalentemente due: il rilancio dello sviluppo e la riduzione del debito. Sul fronte crescita, nel Def il Tesoro annuncia l'arrivo di tre collegati alla manovra su: infrastrutture, liberalizzazioni e privatizzazioni (i cui ricavati serviranno anche per tagliare il debito), interventi a favore del Sud.