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«Una manovra necessaria ma iniqua»

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Mainiqua» spiega a Il Tempo Marco Paolo Nigi Segretario Nazionale della Confsal Un giudizio duro. Perché ? La manovra di giugno-luglio l'avevamo considerata un atto di responsabilità dovuto al Paese. Avevamo auspicato che venissero accolti i nostri emendamenti, presentati negli incontri tra governo e parti sociali, su previdenza, riduzione dei costi della politica, rimodulazione delle rendite finanziarie, stanziamenti per le infrastrutture e pubblico impiego. Infine, avevamo insistito su quello che possiamo considerare uno dei nostri cavalli di battaglia di sempre: dura lotta all'evasione e all'elusione, adottando anche lo strumento del reato penale. In verità, alcuni contenuti degli emendamenti Confsal sono stati recepiti dal maxi-emendamento governativo, ma questo non può bastare per rendere equa una manovra strutturalmente sbilanciata. La previsione della sanzione penale per la grande evasione è stata adottata dal governo. Soddisfatto? In parte. Va bene l'adozione di misure più severe che non solo sanzionano penalmente gli evasori ma che vanno, giustamente, a vantaggio dei tanti cittadini che le tasse le pagano. La Confsal, però, aveva chiesto che una parte consistente delle maggiori entrate derivanti dalla lotta all'evasione dovesse essere orientata, a decorrere dall'entrata in vigore della legge, verso la diminuzione del costo del lavoro. Questo non è accaduto. Sarebbe stato il gesto distintivo di una manovra finanziaria coraggiosamente indirizzata alla crescita economica del paese. La crescita è la parola mantra di questi giorni. La nostra convinzione è che non sia stata corretta la politica dei "due tempi" - prima il risanamento dei conti e poi il sostegno alla crescita - in una situazione di persistente stagnazione. Il progetto che avevamo presentato il 4 agosto a Palazzo Chigi teneva insieme, in 12 punti, crescita economica e occupazionale e stabilità finanziaria pubblica. A questo progetto ci atterremo impegnandoci anche sul versante dell'interlocuzione politica. Intende dire che il più grande sindacato autonomo del Paese e il quarto in assoluto è l'unico che apre al Governo e non si schiera contro la manovra? Mi lasci chiarire una volta per tutte: noi non siamo un sindacato "politico-partitico" e non siamo funzionali a questo o a quel disegno per attuali e/o futuri assetti di potere. Abbiamo chiara la nostra missione anche nei confronti di chi ci governa: sappiamo cosa chiedere e come dobbiamo trattare, ma non sta a noi determinare le compagini politiche. È nostro compito sia denunciare le iniquità sia promuovere e sostenere decisioni e norme positive. Che autunno sarà? Risposta "impossibile", data la complessità mondiale della situazione. Posso però dire che la Confsal continuerà a chiedere che vengano fatte subito le riforme strutturali come il fisco. Con il primo giorno di scuola si sono presentati problemi vecchi e nuovi. Lei che prospettiva vede per la loro soluzione? La scuola ora dovrebbe costituire un primario settore di investimento. La Confsal, con la federazione Snals, ha centrato obiettivi importanti come il ripristino degli scatti retributivi e la stabilizzazione dei precari, con 67.000 nomine in ruolo.

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