S&P's declassa l'Italia, la Borsa resiste Berlusconi: scelta influenzata dai media
Il taglio del rating sovrano dell'Italia da A+ ad A deciso da Standard&Poor's accende la polemica tra il Governo e l'agenzia di classificazione. Non solo: l'Italia, spiega S&P's, corre un "rischio ragionevole" di un nuovo taglio del rating nei prossimi 12-18 mesi se non tornerà a crescere su ritmi più sostenuti. Per Palazzo Chigi è colpa dei media: "Il governo - osserva una nota - ha sempre ottenuto la fiducia dal Parlamento, dimostrando così la solidità della propria maggioranza. Le valutazioni di Standard&Poor's sembrano dettate più dai retroscena dei quotidiani che dalla realtà delle cose e appaiono viziate da considerazioni politiche". E aggiunge: "Vale la pena di ricordare che l'Italia ha varato interventi che puntano al pareggio di bilancio nel 2013 e il governo sta predisponendo misure a favore della crescita, i cui frutti si vedranno nel breve-medio periodo". La replica di S&P's respinge le critiche. Il downgrade dell'Italia, spiega un comunicato dell'agenzia, è basato su "una dettagliata analisi e sull'economia" e "non è guidato da pregiudizi politici". La valutazione, prosegue S&P's si fonda "su un'analisi dettagliata e indipendente delle prospettive economiche e fiscali dell'Italia e sulle ipotesi relative all'andamento prospettico atteso del debito (come illustrato ampiamente nei due reports pubblicati)". Nessuna scelta faziosa: i nostri giudizi, sottolinea l'agenzia, sono "valutazioni apolitiche e prospettiche del rischio di credito fornite agli investitori. I rating - conclude la nota - indicano come diverse iniziative politiche possono impattare l'affidabilità finanziaria e non intendono dare alcun suggerimento sulle politiche che un governo dovrebbe o non dovrebbe perseguire". L'Unione europea invita a ricercare "un ampio consenso politico e un ruolo per le parti sociali" per favorire il rispetto degli impegni. L'Italia, afferma il portavoce della commissione, Amadeu Altafaj Tardio, "sta decidendo i provvedimenti necessari per indirizzare il debito verso la riduzione. La manovra adottata pochi giorni fa consentira' al Paese di raggiungere gli obiettivi di deficit concordati, e questa e' la premessa per una crescita sostenibile in Italia". Dura Confindustria con Emma Marcegaglia che avverte: "Non c'è più tempo", avverte la leader degli imprenditori italiani, "o il governo è in grado domani, o la prossima settimana, di mettere in piedi una serie di misure gravi, serie, impopolari, bene; sennò, non ho paura a dirlo, questo governo deve andare a casa". Le Borse resistono, i principali listini europei sembrano comunque aver già scontato la decisione dell'agenzia di rating Usa Standard&Poor's. Dopo un avvio in calo l'Europa ha invertito la tendenza e a mezz'ora dalla chiusura Milano guadagna l'1,81. Londra sale dell'1,87%, Francoforte segna un +2,75%, Parigi un +1,47% e Wall Street è in rialzo. Anche lo spread tra Btp e Bund, dopo essere salito sopra i 400 punti in avvio, si mantiene ora sotto quota 390.