Oggi vertice Ecofin

Tra la minaccia delle persistenti tensioni di mercato, e quella di un pesante rallentamento della ripresa, i massimi responsabili economici dell'Unione europea si ritrovano in Polonia, a Wroclaw, Breslavia in italiano, la quarta maggiore città del paese che ora detiene la presidenza di turno dell'Ue. Il consiglio Ecofin diventa riunione d'emergenza: sarebbe dovuto servire a trovare una posizione comune dell'Ue da portare alle riunioni autunnali di Fmi e Banca Mondiale ma in realtà si trasforma in una nuova riunione sulla crisi debitoria che continua ad attanagliare l'area euro. E a fronte di una Europa apparentemente incapace a superare questi problemi - a oltre un anno dal lancio del piano di aiuti sulla Grecia, questo paese relativamente piccolo resta l'epicentro delle tensioni - si fa spazio perfino l'ipotesi di un "soccorso cinese", o in generale di un aiuti esterno dai giganti emergenti. Un vertice allargato: il segretario del Tesoro Usa Timothy Geithner partecipa oggi all'incontro dei ministri delle Finanze dell'eurozona a Breslavia, in Polonia. È la prima volta che un ministro delle Finanze statunitense prende parte a una simile riunione, segno del crescente interessamento di Washington alla situazione economica dell'Europa. Per ora intervengono le banche centrali mondiali, tornate a lanciare una azione coordinata contro le recenti tensioni dei mercati, che si temeva stessero coinvolgendo anche il mercato interbancario. La Federal Reserve americana, assieme alla Bce, alla Banca del Giappone, la Banca d'Inghilterra e la Banca Nazionale di Svizzera hanno deciso di operare assieme per immettere liquidità supplementari in dollari sui rispettivi mercati. Iniziative simili si erano viste nel 2008, dopo il precipitare della situazione innescato dal crack di Lehman Brothers. Immediata la reazione dei mercati che nell'Ue ieri hanno chiuso con rialzi superiori al 3%. La Commissione europea, come fatto la scorsa settimana dalla Bce, ha rivisto al ribasso le previsioni di crescita. Il commissario agli Affari economici, Olli Rehn ha per ora escluso una ricaduta in recessione, ma la ripresa si profila ora "lenta e piena di ostacoli", ha avvertito. Ora sul terzo trimestre è atteso un magro più 0,2 per cento del Pil sull'insieme dell'area euro, a fronte del più 0,4 per cento precedentemente stimato, e sul quarto la previsione è passata dal più 0,4 al più 0,1 per cento. Intanto gli Stati Uniti, inattesi invitati dell'ultimo minuto, premono affinché i partner Ue assumano azioni risolutive sui loro problemi. La situazione resta critica per la Grecia dopo che nei giorni scorsi dichiarazioni di esponenti di primo piano della Germania avevano riaperto l'ipotesi di una insolvenza sui pagamenti. Ma è uno scenario dalle conseguenze imprevedibili, su cui sono stati fatti ripetuti parallelismi con il crack di Lehman Brothers, l'evento che nel 2008 fece da innesco alla caduta a precipizio delle Borse e alla recessione economica globale. Per questo diverse autorità europee e la stessa cancelliera della Germania si sono prodigate a ribadire che si farà tutto il necessario per salvare Atene. Austria e Finlandia gelide su aiuti alla Grecia: da una parte la Finlandia punta i piedi sugli aiuti alla Grecia, ribadendo la pretesa di garanzie supplementari, mentre l'Austria torna a paventare l'ipotesi di una insolvenza sui pagamenti della penisola ellenica: se l'attuale meccanismo di dovesse rivelarsi "troppo costoso" bisognerà cercare delle "alternative", ha avvertito il ministro delle Finanze Maria Fekter, tra le possibili soluzioni appunto quella di un default. In questo modo inizia tra voci di dissenso il vertice tra responsabili economici dell'area euro a Wroclaw, in Polonia, che dal pomeriggio proseguirà con il Consiglio Ecofin tra tutta l'Unione europea a 27, e in cui la crisi della Grecia resta tema centrale. A metà mattina le Borse europee perdono slancio, dopo i forti rialzi di ieri - favoriti anche dal lancio di nuove manovre coordinate tra banche centrali sulla fornitura di liquidità supplementari in dollari - che si erano trascinati in apertura. A Milano il Ftse-Mib segna un limitato più 0,18 per cento, mentre Parigi torna a calare dello 0,54 per cento, Londra riduce i rialzi al più 0,28 per cento e Francoforte al più 0,82 per cento. Dopo i balzi di ieri l'euro torna a calare, a 1,3786 dollari. Soprattutto la sparata dell'esponente austriaca contrasta decisamente con i toni utilizzati da diversi esponenti europei alla vigilia del vertice: sia la Commissione europea, sia Germania e Francia avevano ripetutamente assicurato che si proseguirà a fare ogni sforzo per evitare una insolvenza della Grecia. Per parte sua giungendo a Wroclaw il ministro greco, Evangelos Venizelos ha affermato che il vartice "è una opportunità per mandare un messaggio molto chiaro sul fatto che siamo in carreggiata per attuare il nostro programma".  E che la piena attuazione del rafforzamento del piano anti crisi deciso dall'Ue lo scorso luglio, assieme a nuovi impegni della Grecia sul suo programma "sono l'uncia strada percorribile, non solo per la Grecia - ha detto - ma anche per l'area euro come insieme". Invece secondo la Fekter sebbene al momento "proseguiamo risolutamente sulla nostra strada" di aiuti, "se dovessimo finire in una situazione che dovesse risultare più costosa di altre alternative", tra cui il default "allora dovremmo riflettere a queste alternative". Ad ogni modo "per ora non è questa la situazione". Peraltro l'esponente austriaca ha messo le mani avanti dicendosi fiduciosa sul fatto che la prossima tranche di aiuti prevista dal piano di sostegno alla Grecia potrà essere pagata. Ma ha anche lasciato poco spazio alla possibilità che si trovi un accordo con la Finlandia, che pretende da Atene garanzie supplementari per stanziare aiuti. La posizione finlandese è un altro dei punti di attrito alle riunioni di Eurogruppo e Ecofin in Polonia, perché la linea di Helsinki potrebbe favorire resistenze anche da parte di altri paesi scettici sugli aiuti, oltre alla stessa Austria anche Paesi Bassi e Slovaccia. Per finanziare gli aiuti Helsinki pretende garanzie concrete, ad esempio ipoteche su terreni, e in cambio potrebbe accettare tassi di interessi più bassi sui fondi stanziati.